Missioni Consolata - Maggio 2012
66 MC MAGGIO 2012 CINA triarca del taoismo quanzhen. Durante la dinastia dei Ming (1368-1644 dopo Cristo) prese, poi, il nome di tempio della Nu- vola Bianca e, da quel momento è sempre stato un punto di riferi- mento per i monaci e i fedeli. Nel folle periodo della Rivoluzione culturale (1966-1976) è stato uno dei pochi luoghi di culto a non aver subito danni e scempi ec- cessivi ed oggi è divenuto la sede dell'Associazione taoista cinese. Tra il 18 e il 22 settembre del 1978 venne istituita a Pechino la terza sessione dell'undicesimo congresso del Comitato centrale del Partito comunista cinese. Deng Xiaoping denunciò gli errori della Rivoluzione culturale. Da quel momento in poi cominciò l'era delle riforme: venne coin- volto l'aspetto economico della Cina e, in silenzio, anche la reli- gione. «Durante le feste, alle quattro del mattino, siamo già in piedi, per offrire i servizi religiosi ai fedeli, altrimenti la sveglia è alle sette, la colazione è alle sette e mezza... Durante la giornata ci sono due letture fisse, quelle del mattino e della sera, per i vivi e per le persone morte e le letture per lo studio, che cantano le ge- sta dei grandi maestri e dei pa- triarchi. Ad esempio, c'è una frase che dice, l'uomo potrà es- sere in pace e con lui l'intero Uni- verso. Il concetto fondamentale del taoismo è coltivare il proprio sé; quando l'animo sarà sereno tutto avverrà in maniera auten- tica e naturale», continua il mo- naco Liu. Il taoismo ha sempre coinvolto diversi piani culturali e religiosi, per cui, spesso e volentieri in Oc- cidente si sono cercate formaliz- zazioni che incanalassero l'inda- gine della conoscenza in compar- timenti più agibili, e si è confusa la parte con il tutto, definendo una determinata corrente taoista di una particolare epoca come il taoismo intero. UNA REALTÀ COMPOSITA E VARIEGATA Era comune la differenziazione tra il taoismo religioso e quello filosofico. Oggi, negli studi con- temporanei, si va oltre questa vi- sione, provando ad analizzare il taoismo da più punti di vista: c'è la metafisica e la cosmologia; ci sono i numerosi testi e i com- mentari ai testi che spesso con- dividono parte del lessico con il buddismo e il confucianesimo. C'è poi anche un piano sociale, istituzionale e liturgico, sia a li- vello locale che centrale, il quale si è dipanato nel lungo corso del tempo e in tutta la Cina e che ora sta finalmente emergendo. Wang Ka, membro dell'Accade- mia delle Scienze sociali di Pe- chino presso il Dipartimento di Studi religiosi, afferma che «il taoismo è sempre stato tra la gente, nella società. È sbagliato pensare ad esso come qualcosa di esterno. È una religione viva: ci sono i monaci, i templi e i fe- deli, il taoismo è parte della vita del popolo cinese. Fino al 1949, per ogni lutto che avveniva nelle famiglie era invitato un monaco taoista a leggere i testi, oggi nelle campagne avviene ancora ma in città molto meno». La differenziazione tra le campa- gne e le città si ripercuote sensi- bilmente anche sulla religione: ci sono templi ufficiali nelle città, come ad esempio il Baiyun guan, che possono essere considerati come una vetrina della rinascita del taoismo, e numerosi templi dislocati nelle aree non cittadine, i quali assurgono ad una fun- zione di collante sociale e reli- gioso per le comunità. Tracciare una linea chiara e dai contorni tersi sul taoismo, sia a livello storico che religioso, è un'impresa difficile e non rende- rebbe neanche giustizia ad una realtà composita e variegata. Quello che è certo è che il taoi- smo risulta esente da un unico credo e da un unico leader spiri- tuale. I testi, criptici e sintetici, derivano da un panorama cultu- rale localizzato, dove il culto si è sempre differenziato a seconda del contesto economico e sociale e dal luogo di residenza di chi lo praticava. Vincent Goossaert, direttore per la Ricerca per gli affari religiosi a Parigi, sottolinea: «A livello teo- logico, cosmologico (e quindi an- che per la coltivazione del sé) e liturgico, gli elementi chiave del taoismo sono rimasti stabili. I ri- tuali taoisti compiuti tra la gente, piuttosto che nei templi ufficiali, sono praticamente gli stessi del passato, sia per la loro funzione sociale che a livello di contenuto. Alcuni elementi istituzionali rile- vanti sono venuti meno durante il ventesimo secolo, e hanno reso il taoismo ancora più de- centralizzato». Il taoismo, così come altri culti locali cinesi, durante il vente- simo secolo ha avuto un forte ri- piegamento su se stesso: l'in- fluenza occidentale e il valore dato alla scienza e alla tecnica hanno visto la distruzione di nu- merosi luoghi di culto durante la # Qui a destra : l’entrata del tempio Baiyun guan, a Pechino. # Pagina accanto : una decorazione nel giardino di Qing yang gong; un’immagine del monaco e patriarca Qiu Changchun.
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