Missioni Consolata - Maggio 2012
popolare, costituiscono una sor- gente speciale di temi e ispira- zioni per i tempi moderni. La chiesa contemporanea può dun- que disporre di diversi mezzi di comunicazione sociale, tanto tradizionali che moderni. È suo dovere farne il miglior uso per diffondere il messaggio della salvezza. Parlare della «comunicazione evangelizzatrice», è pure parlare dell’azione catechetica. La cate- chesi costituisce un momento efficace all’interno di un procedi- mento globale dell’evangelizza- zione. Segue l’azione missiona- ria e precede l’azione pastorale. È l’azione «per la quale un gruppo umano interpreta la sua situazione, la vive e l’esprime alla luce del Vangelo». Naturalmente la catechesi è co- municazione educativa e annun- cio di fede, ed è, in questo senso, informazione, sulle dottrine, sulle riflessioni, sulle convin- zioni. La fede rimane un «dono» di Dio e una libera adesione del- l'uomo. Il documento del magi- stero Catechesi tradendae pone l’accento sull'importanza della comunicazione sociale e del lin- guaggio contemporaneo nella catechesi, nella quale devono essere orientati al dialogo, alla condivisione, alla conoscenza e all'accettazione reciproca delle diversità. Parlare dell'azione evangelizza- trice come luogo di comunica- zione è parlare della stessa azione pastorale. L'azione pasto- rale si riferisce a coloro che Paolo VI, evangelizzare è la gra- zia e la vocazione propria della chiesa, la sua identità più profonda. Quest’ultima esiste per evangelizzare, cioè per pre- dicare e insegnare, essere ca- nale del dono della grazia, ricon- ciliare i peccatori con Dio, perpe- tuare il sacrificio di Cristo. In un primo tempo l’evangelizzazione si caratterizza nell’azione mis- sionaria, cioè la missione «Ad gentes». La chiesa considera che la ricchezza della «buona notizia», ricevuta dalla bontà di- vina, è accolta per essere comu- nicata a tutti gli uomini. Perciò, nella pre-evangelizzazione, si tratta di stabilire degli obiettivi capaci di essere assimilati e condivisi da tutti gli uomini di buona volontà: il valore assoluto della persona umana, la difesa della vita, il valore della famiglia, il primato della verità, la possibi- lità di dare un senso alla vita. LA BUONA NOVELLA Il linguaggio usato per l’annun- cio della Buona Novella, deve essere comprensibile a chi ri- ceve il messaggio di salvezza. Ciò richiede un processo di in- culturazione inerente alla radi- calità della fede, applicato so- prattutto alla realtà linguistica e culturale del popolo. Nell’ Eccle- sia in Africa , vi è menzionato che le forme tradizionali di comuni- cazione sociale non debbano mai essere trascurate, perché sono ancora molto utili ed efficaci in molti centri africani. Come vei- colo di saggezza e di espressione hanno l'incarico di guidare il gregge di Dio; ha per scopo l'in- carnazione del Vangelo nelle condizioni di vita delle persone e si basa sul servizio della parola, la celebrazione liturgica dei sa- cramenti, sull'azione di carità e l'impegno sociale. Nell'azione pastorale, la comu- nicazione invade tutti i settori dell'attività umana. La pastorale si occupa di un'insieme di azioni che necessitano una coordina- zione e una complementarietà, che sono possibili solamente grazie al dinamismo di comuni- cazione all'interno stesso della chiesa. TRACCE DEL VATICANO II È a questo punto che, nell’anno del cinquantesimo anniversario dell’inizio del Vaticano II, è dove- roso dare voce nella chiesa a quell’afflato di profezia che sem- bra smarrito. Che fine ha fatto la chiesa coraggiosa e aperta, di cui il Concilio aveva tracciato il profilo? Si è chiesto padre Barto- lomeo Sorge, sulla rivista «Ag- giornamenti Sociali». E anche noi, oggi, dobbiamo porci lo stesso interrogativo. Le risposte manifestano più delusione e preoccupazione che fiducia e speranza. La chiesa - si dice - oggi non guarda più al futuro, ma al passato. E si citano l'invo- luzione in atto nei confronti della riforma liturgica; l' impasse del movimento ecumenico; l'insi- stenza sui «valori non negozia- bili» che ostacola il dialogo; gli interventi della gerarchia che condizionano l'autonomia dei laici in politica. In realtà, non ci si può fermare a questi (e altri) casi, per quanto significativi. Un’indicazione di riflessione la fornisce Carlo Maria Martini in «Conversazioni notturne a Geru- salemme. Sul rischio della fede». Con la «parresia» evan- gelica che lo contraddistingue, il cardinale inizia rilevando che oggi «vi è un'indubbia tendenza a prendere le distanze dal Conci- lio. Il coraggio e le forze non sono più grandi come a quell'e- poca e subito dopo». Come mai? 30 MC MAGGIO 2012 CHIESA # La pagina di apertura della versione italiana di www.vatican.va.
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