Missioni Consolata - Maggio 2012

anni Settanta, sospettata spesso di collegamenti con Partito co- munista al bando e con le sue ali armate e guerrigliere, abbia co- stretto alla chiusura un gran nu- mero di fabbriche nate per ini- ziativa straniera, giapponese in particolare, o al loro ridimensio- namento. Oggi le cose sono cambiate. Lo dimostrano le aree economiche speciali come quella che gravita attorno alla città di Olongapo (che include l'ex base navale sta- tunitense di Subic Bay). Qui vin- cono la deregulation e i diktat FILIPPINE 26 MC MAGGIO 2012 degli investitori stranieri e delle loro controparti locali più che le necessità di tutela e di benes- sere della popolazione. Mentre - e è un poco lo specchio del paese - accanto alle attività che danno da lavorare a migliaia di filippini nel settore formale (con punte avanzate di tecnologia e know-how ), prosperano prosti- tuzione e sfruttamento. Insomma, le Filippine modifi- cano l'apparenza ma non la so- stanza. La scarsa memoria del- l'arcipelago continua a giustifi- care il potere di pochi, l'«inelut- tabilità» dei suoi mali incentiva mille iniziative, ma non una rea- zione. Non a caso l'emigrazione, incentivata fin dai tempi della dittatura, è oggi organizzata, ge- stita e per certi aspetti sfruttata proprio dalle strutture governa- tive. Stefano Vecchia © Stefano Vecchia D EMOGRAFIA ED ECONOMIA TANTI GIOVANI, TANTI MIGRANTI A fronte di una crescita in questi anni tra le più so- stenute in Asia (3,7 per cento lo scorso anno, la metà di quello eccezionale del 2010), 46ma eco- nomia mondiale, un reddito procapite di 2.300 dollari l'anno, le Filippine presentano nel complesso il quadro di un paese ai piani intermedi tra quelli in via di svi- luppo. Un paese che presenta caratteristiche di so- vrappopolazione (quasi 100 milioni di abitanti su una superficie equivalente all'incirca a quella italiana), an- cor più tenendo conto della distribuzione disomogenea e della concentrazione del 70 per cento degli abitanti in aree urbane che, accanto a situazioni d'eccellenza, pre- sentano carenze di servizi, costi elevati e generalmente poche possibilità di una soluzione abitativa e professio- nale dignitosa. Conseguenza di uno dei tassi ancora più elevati di crescita demografica in Asia (2.04 per cento), la popolazione è giovane (al 35 per cento sotto i 14 anni) e la durata della vita piuttosto elevata (di media, oltre i settant'anni). Elevata resta però anche la disoccupazione, che coin- volger il 10 per cento della forza lavoro e la soglia di po- vertà (35 per cento) non solo resta tra le più alte del continente, ma non rende giustizia a una popolazione in buona parte alfabetizzata, anglofona, che nell'emi- grazione cerca una valvola di sfogo alla disoccupazione intellettuale. A emigrare legalmente (in Occidente, Estremo Oriente, paesi arabi, Israele), tranne rari casi, sono soprattutto professionisti o laureati che cercano in una occupazione all’estero, a volte considerata di basso livello, la possibilità di un reddito comunque di- gnitoso per se stessi e per le famiglie in patria. ( Ste.V. ) # Un’aula scolastica nella regione di Zamboanga, area di Mindanao a prevalenza cristiana. L’istruzione è una priorità per tutte le famiglie, anche quelle più povere.

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