Missioni Consolata - Maggio 2012
delle recenti disfatte delle Farc sono state possibili grazie all’in- tercettazione dei cellulari». Oltre che dalle sconfitte patite ad opera dello Stato 3 , le difficoltà della guerriglia sono aggravate dalla scarsità di risorse finanzia- rie e, probabilmente, dalla man- canza di un forte comando cen- trale. Negli ultimi quattro anni, le Farc hanno perso Raul Reyes, Manuel Marulanda, Mono Joyoy e da ul- timo Alfonso Cano. Da novembre 2011, il nuovo leader è Rodrigo Londono-Echeverry, detto «Ti- mochenko», di cui però si sa an- cora troppo poco. Paradossalmente, le difficoltà delle Farc si sono tradotte in maggiori pericoli per la popola- zione civile, in modo particolare nel Cauca. «A Santander de Qui- lichao, per le imprese è molto pericoloso sottrarsi al paga- mento della “quota rivoluziona- non prenderanno più in ostaggio uomini e donne della popola- zione civile. Padre Ezio Roattino, missionario della Consolata, da 30 anni in America Latina (o Abya Yala 2 , come egli preferisce dire), è scettico. «Nella logica della guerra, ci sono momenti in cui il linguaggio conciliatorio è reso necessario dalla situazione oggettiva. In questo momento le Farc sono in difficoltà». Non si sa con certezza di quanti uomini la guerriglia disponga oggi. Si parla di poche migliaia; qualche anno fa erano oltre 20 mila. I vari fronti e colonne mobili in cui le Farc sono organizzate sembrano muoversi in maniera disordinata, al di fuori di ogni strategia nazio- nale. «Il coordinamento - spiega padre Ezio - è diventato molto complicato. Sia per la fortissima militarizzazione del territorio, sia per la diffusione di tecnologie sempre più sofisticate. Molte ria”, un vero e proprio “pizzo”. Poi, oltre alle estorsioni nei con- fronti dei soggetti economici, ci sono i sequestri di persona». Padre Ezio ricorda la vicenda del rapimento di Francesco Menotti Perlaza, figlio di una famiglia be- nestante. Il ragazzo riesce a scappare, ma per la famiglia l’in- cubo continua con minacce, bombe e un omicidio. Il 21 aprile 2011 viene assassinato Agustín Perlaza, zio di Francesco. Pochi giorni dopo quella tragica morte, padre Roattino si espone pubbli- camente scrivendo una lettera aperta alle Farc. In essa si sca- glia contro la «cultura della morte» fino ad affermare che una vera rivoluzione ha una pro- pria etica e mistica oppure non è una rivoluzione. «LEI NON PUÒ ENTRARE CON LE ARMI» Ancora più difficile è la situa- zione per chi vive nei centri mi- nori. Come a Toribio, il piccolo comune di montagna, in gran parte abitato da popolazione di etnia nasa, dove padre Roattino (continua a pag. 18) MAGGIO 2012 MC 15 © Gianantonio Sozzi © Gianantonio Sozzi © David Benítez Arévalo # A sinistra: due corriere ( chivas ) nella piazza di Toribio; qui, il 9 luglio 2011, è scoppiata una chiva imbottita di espolsivi, facendo morti e feriti. Sotto, a destra: le bombe artigianali («cilindri di gas») utilizzate dalle Farc. Qui sotto: la chiesa di Toribio. # Pagina accanto: conseguenze di un attacco delle Farc a Toribio. La citta- dina è spesso teatro di scontro tra le varie fazioni in guerra.
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