Missioni Consolata - Aprile 2012

baja divenne Municipio affer- mandosi sempre più come la «dispensa alimentare» della re- gione per la sua terra fertilis- sima e un vasto e complesso si- stema d’irrigazione realizzato dal governo negli anni ‘70. Con la violenza degli anni 1995- 2005 e le coltivazioni di palma iniziate nel 1998 il territorio, la cultura, l’economia, la società hanno subito un profondo cam- biamento e non mancano le preoccupazioni per il futuro. Come missionari cerchiamo di stare molto attenti all’evolversi della situazione e camminiamo con il nostro popolo, animando la comunità «dentro e fuori del tempio», cercando nuove vie e possibili soluzioni alla luce della Parola di Dio e offrendo la nostra collaborazione a tutte le persone di buona volontà. E così, poco a poco, con tante difficoltà ma an- che tante piccole soddisfazioni, ha preso forma il «progetto afro- educativo Villa Maria» del quale vi ho già scritto. «Villa Maria» perché vuole riscoprire le radici di questa terra, la sua storia, tradizione e cultura, per affron- tare il presente e costruire un futuro che sogniamo insieme. Le diverse iniziative sociali della parrocchia animate dalla pasto- rale sociale e le piccole strutture realizzate in questi anni con la vostra solidarietà sono sfociate in questo progetto con la re- sponsabilità della gente del po- sto a partire dalla nostra rete di piccole scuole, dalla cascina «Consolata» e dal «Centro Afro Allamano». La Fondazione «a partir de los niños», la «Società di sviluppo afro-rurale» (Cdar) per i progetti agricoli e la «So- cietà Radici di Marialabaja per la sicurezza sociale» (Ramass) sono sempre più protagoniste del progetto, hanno ottenuto ri- conoscimento giuridico e fanno ora parte, con diversi altri gruppi agricoli e comunitari, della Se- zione municipale di Agrosolida- ria, una società cooperativa na- zionale che si identifica con que- sto slogan: «Hasta que tenga- mos una Colombia justa, debe- mos tener una solidaria» (Per avere una Colombia giusta, dob- biamo averne una solidale). Se sono rose… A volte mi chiedo se vale la pena suscitare e ac- compagnare questi processi or- ganizzativi e culturali. Per qual- cuno è tempo perso perché i cambiamenti sono pochi e troppo lenti. Per altri è tutta una nostra montatura, perché se noi missionari lasciassimo, tutto ca- drebbe. C’è poi chi dice: «Non sono affari nostri». Rispetto le opinioni altrui e che siano felici! A me piace vivere intensamente il momento presente. Ricordo il passato, che necessariamente insegna, e sogno il futuro, che stimola, ma mi piace vivere pie- namente il presente e quindi an- che questo progetto afro-educa- tivo, con tutte le sue manifesta- zioni, incognite e contraddizioni. A chi ci ha accompagnato con af- fetto e pazienza auguro gli stessi sentimenti e tanta felicità. Beppe Svanera (1a parte: MC 2011/04 pp. 22-29; 2a parte: MC 2011/12 pp. 78-84). COLOMBIA # Carnevale 2012, bambine in tenuta di gala! Giovani disoccupati di fronte ad un murale moderno.

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