Missioni Consolata - Aprile 2012

cata, gli attori parlano, si com- portano e vestono in modo ade- guato per il periodo. Gli abitanti della colonia raccontano la dura vita degli inizi, ma anche il so- gno, la fede e la perseveranza che li accompagnava nella co- struzione di una nuova società basata su diritti e libertà. Tra i passaggi decisivi nello svi- luppo della religione civile in America, il primo e, forse, più importante, è legato alla rivolu- zione americana (1775-1783). Partita dalla capitale del Massa- chussets, Boston, con la rivolta del tè, la rivoluzione ha consa- crato la figura di George Wa- shington a «Mosè nazionale» in grado di guidare il suo popolo verso la liberazione. Non c'è nessun altro periodo della storia americana, durante il quale così forte si sia sentito il dovere e il diritto di creare un nuovo mondo, una nuova società, come durante la rivoluzione americana. Tho- mas Paine catturò lo spirito del tempo, usando, ancora una volta, riferimenti «religiosi», quando scrisse: «Abbiamo in no- stro potere la possibilità di far ri- cominciare il mondo, ancora una volta. (…) La nascita di un nuovo mondo è a portata di mano». Ol- tre all'appello per la creazione di un mondo nuovo, la rivoluzione ha prodotto profeti (come George Washington, Thomas Jefferson e Thomas Paine, tra gli altri), mar- tiri, rituali, bandiere, festività e vacanze sacre, e pure una «Sa- cra Scrittura»: la Dichiarazione di indipendenza e la Costitu- zione. Il Minute Man Historical Park , tra Lexington e Concord, in Mas- sachusetts, è il luogo in cui è co- minciata la Rivoluzione, il 19 aprile 1775 ( A Revolution begins - A Nation is born ). I visitatori hanno la possibilità di attraver- sare il campo in cui è stato spa- rato il colpo che dette inizio alla rivoluzione: « The shot heard round the world » (il colpo che si è udito in tutto il mondo), ripren- dendo una frase che è poi dive- nuta la strofa iniziale dell'Inno di Concord di Ralph Waldo Emer- son e che già dimostra l'impor- tanza e la carica simbolica attri- buita all'evento. Quel colpo, spa- rato forse accidentalmente, dà inizio alla rivoluzione americana e ai successivi scontri tra i due eserciti: la milizia e l'esercito re- golare britannico che avevano combattuto fianco a fianco pochi anni prima nella guerra franco- indiana. È il momento fondante della ribellione, quando prende vita ed esce allo scoperto dopo una serie di azioni segrete. È an- che la prima volta che un eser- IL «GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO» E GLI INDIANI MAIS, ZUCCHE E TACCHINI L’ origine del Thanksgiving day è legata alla Colonia di Plymouth. La storia narra che, quando arrivarono i Padri Pellegrini, l’inverno era ormai alle porte ed essi si tro- varono di fronte ad un territo- rio selvatico e inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. I Padri Pellegrini avevano portato dall’Inghilterra semi di vari prodotti e prova- rono a seminarli a Plymouth. Ma - sia per la natura del terreno, sia per il clima - la se- mina non produsse i frutti necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di essa non so- pravvisse al rigido inverno. Questa situazione si sarebbe riproposta anche l’anno successivo, se non fossero inter- venuti i nativi americani, gli indiani Wampanoag, che in- dicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare (soprattutto granturco e tacchini). Fu quindi per celebrare il successo del primo raccolto nel novembre 1623 che William Bradford, Governatore della Colonia fondata dai Padri pellegrini, a Plymouth, nel Massachusetts, indisse un giorno di «Ringraziamento a Dio» per l’abbondanza ricevuta. I coloni invitarono alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che si imposero poi come tradizione: in particolare il tacchino e la zucca. La Festa del Ringraziamento e le sue origini rimangono comunque ad oggi molto controverse e hanno avuto nel tempo attribuzioni e ri- conoscimenti diversi: il 29 giugno 1676 Edward Rawson redasse una proclamazione ufficiale di Thanksgiving per conto del governatore della contea di Charleston, in Massachusetts, che aveva deciso di indire un giorno di ringraziamento per la buona sorte di cui godeva la comu- nità e per celebrare la vittoria contro gli «indigeni pa- gani» (gli stessi che avevano accolto e condiviso il terri- torio con i fondatori della colonia di Plymouth). Nei se- coli successivi la tradizione del Thanksgiving si estese a tutto il Paese. Le tredici colonie (i primi stati americani) non celebrarono contemporaneamente il Giorno del rin- graziamento fino all’ottobre del 1777, quando ne fu in- detto uno per festeggiare la vittoria contro gli inglesi a Saratoga nella guerra per l’indipendenza. Fu George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti d’Ame- rica, a dichiarare la festa per tutti gli stati nel 1789 pro- clamando una giornata nazionale di ringraziamento. Molti risero dell’idea, a cominciare da Thomas Jeffer- son, che da presidente non vi diede alcun seguito. Ma a metà del XIX secolo il Thanksgiving era diffuso nella maggior parte del territorio americano e osservato da tutti gli strati sociali, dai ricchi ai meno abbienti. Viviana Premazzi APRILE 2012 MC 61 MC ARTICOLI

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