Missioni Consolata - Aprile 2012

prenderanno una strada propria, ai single e a chi sce- glie di fare un anno di stage alla ricerca di un per- corso di coerenza. In ognuno di loro si intravede la consapevolezza che la ricerca della nonviolenza è un cammino lungo, che porta prima dentro se stessi e poi si estende agli altri in una sorta di contagio posi- tivo. Ciò che risulta evidente a noi «viandanti» è il forte impegno nell’esercizio della nonviolenza a par- tire dalle dinamiche relazionali della comunità: con- divisione di compiti e responsabilità, prese di deci- sioni, riconciliazioni. Un filo di continuità che lega il passato con il pre- sente e le vecchie generazioni con le nuove, caratte- rizza l’Arca. In un tempo e una società dove gli an- ziani guardano spesso con nostalgia al passato e nu- trono non pochi sospetti sulla gioventù, è quasi rivo- luzionario sentirsi dire: «I giovani di oggi sono più coscienti, più entusiasti e con un’immensa ricchezza spirituale e meditativa». Una affermazione di Mi- chèle Le Corre (81 anni) sostenuta anche da tutte le persone più mature della comunità. IL TEMPO DENTRO L’ARCA Dopo la colazione in refettorio, c’è un momento di meditazione aperto a tutti dopo il quale ognuno si oc- cupa dei propri lavori dentro la comunità. Tutti, quanto meno chi se la sente di partecipare, si ritro- vano in cappella per la preghiera serale, prima della cena comunitaria. Ogni giorno c’è una riflessione e una preghiera per ogni religione. Anche a noi è riser- vato un saluto e un canto di accoglienza. Le azioni in cui si impegnano i membri dell’Arca sono nell’ambito della giustizia e della solidarietà, nella formazione alla nonviolenza e all’accoglienza. La vita comunita- ria è scandita nei tempi del lavoro, del silenzio, della meditazione, del richiamo a se stessi, della responsa- bilità e della relazione con l’altro. Tutto ciò avviene nella massima semplicità, nell’im- pegno a decrescere i consumi, nel dialogo, nella ri- cerca della bellezza, nel ballo e nella festa comunita- ria. Ognuno, a seconda delle proprie forze e della personale sensibilità, decide a quali azioni nonvio- lente partecipare. INCONTRI RAVVICINATI… Di Anna, Michèle, Jeannette, Maria, Vincent, Emma- nuel e Manuelle, raccogliamo la testimonianza. Sen- tire dalle loro voci e vedere sui loro visi la passione per un movimento di perenne cammino ci aiuta a percepire la forza della «battaglia» nonviolenta, a ca- pirne il senso e a cogliere l’importanza e la necessità del tentativo di costruire una società differente. Le loro parole e l’autenticità delle loro azioni, sul filo di quello che Lanza del Vasto riteneva il sale della nonviolenza, ossia «la verità», sono il contrario della menzogna e dell’errore. APRILE 2012 MC 39 LANZA DEL VASTO Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto nasce nel 1901 da madre belga e padre sici- liano di famiglia nobile. Compie studi classici a Parigi, e si laurea in filosofia al- l'Università di Pisa. Anziché intraprendere la carriera professionale, si dedica alla poesia, allo studio, alla pittura, alla mu- sica. Viaggia per l'Europa, l'India, la Terra Santa, alla ricerca di una via d'uscita dalla guerra, dall'ingiustizia, dalla miseria. In India nel 1937 vive per un periodo as- sieme Gandhi, di cui da allora in poi si considera discepolo, e da cui riceve il nome di Shantidas , «servitore della pace». Al ritorno in Europa si prefigge di diffondervi la non violenza di stampo gandhiano, che lui riformula in termini cri- stiani. Si stabilisce in Francia, dove sposa una musicista, che lui stesso chiamerà «Chan- terelle», e insieme a lei fonda la prima comunità dell'Arca, un ordine patriarcale, non violento, rurale, ecumenico, che si sviluppa fino a raggiungere migliaia di aderenti e svariate comunità in Europa e altrove. Muore in Spagna nel 1981. © Community of the Ark of Lanza del Vasto MC A «SCUOLA» DI NONVIOLENZA

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=