Missioni Consolata - Aprile 2012
preghiera. Poi, si anima la scena. Chi si serve, chi chiacchiera in piedi, chi si adopera per aiutare i com- mensali. È un andirivieni piacevole da cui non ci sen- tiamo estranei o semplici spettatori. Nella semplicità non è difficile vincere la riservatezza di un linguaggio differente e scambiare qualche impressione con chi si siede accanto a noi. A fine mensa, sia i comunitari sia gli ospiti, si alzano, sparecchiano il loro tavolo e si diri- gono verso un organizzatissimo spazio pre-cucina, adi- bito al lavaggio e all’asciugatura delle stoviglie. Ri- spetto e responsabilità sono le prime parole che ci vengono da formulare osservando il piacere con cui ognuno «fa la sua parte». La mattina seguente la comunità è un brulicare di at- tività, ogni sala adibita alle attività è impegnata. C’è la sala della musica in cui si ode qualche canto armo- nico, la sala dedicata a Lanza del Vasto, la sala Jean Goss, la sala Bianca, la sala Comune e la sala del Giardino. IN PUNTA DI PIEDI L’appuntamento con Anna è per il primo pomeriggio; decidiamo quindi di iniziare la visita esplorando con tutti i sensi la comunità, all’esterno e all’interno. Il tempo per intuire, attraverso i luoghi, un cammino. Prima delle persone «annusiamo» lo spazio alla ri- cerca di domande «primordiali». Non a caso, a volte sono proprio gli ambienti e le strutture a raccontarci qualcosa, a farci vedere una realtà multi dimensio- nale che solo a parole non potremmo afferrare. Par- tiamo dalla natura e scegliamo di passeggiare in silen- zio nell’area circostante la comunità: ettari di orto e giardino che invitano alla meditazione. Tutto è stu- diato con estrema attenzione alla «decrescita». Un piccolo bagno ecologico è posto su un lato del terreno; le verdure non bastano a soddisfare le necessità del- l’intera comunità ma sicuramente aiutano. In fondo al giardino qualche gioco per i più piccoli ricorda la pre- senza dei bambini. Il sole è tenue ma basta per illumi- nare gli ultimi rossi d’autunno e per regalarci un inso- lito belvedere collinare. In questa prima visita solitaria e itinerante, ci tor- nano alla mente, tra le tante, alcune delle frasi di Lanza del Vasto o Shantidas (servitore di pace), se- condo la volontà di Gandhi, che ci accompagnano nel nostro esplorare. Sono frasi, senza età, che scuotono le viscere umane: «Mettiti in marcia con tutta la tua vita»; «la nonvio- lenza è una verità che solo chi vi si esercita può cono- scere»; «risvegliarsi, spezzare l’incoscienza ordina- ria, naturale, nativa, spezzare il guscio del sonno e dell’abitudine»; «richiamarsi a se stessi, entrare in noi stessi». Negli spazi interni dell’Arca ci si potrebbe perdere tanto sono vasti: quattro piani suddivisi nelle aree per i comunitari e per gli ospiti. L’utilizzo del legno e dei colori caldi per gli arredi personalizzano gli am- bienti: sobrietà e cura degli spazi rendono acco- gliente ogni angolo. Una piccola cappella al cuore della struttura convoglia chiunque si senta assetato di spiritualità. Una biblioteca, una sala della musica, una sala gioco per i bimbi, una bottega per fare il pane e un magazzino di riparazione, arricchiscono la struttura e fanno da corollario agli spazi pretta- mente dedicati ai seminari. Dentro e fuori sembre- rebbe un binomio indissolubile: ogni vetrata dei cor- ridoi interni rivolge lo sguardo verso la vegetazione esterna e l’abbazia. Un’armonica bellezza che non può che conciliare il pensiero. Ogni area della strut- tura è indicata con frecce di legno e nemmeno gli ascensori (costruiti per facilitare l’accesso anche alle persone più anziane e ai disabili) deturpano l’am- biente essendo nascosti dietro nicchie apposite. LE PERSONE Nella comunità dell’Arca vivono persone di tutte le età: dalle più anziane come Michèle e Jeannette, alle famiglie giovani con bambini che da poco hanno de- ciso di mettersi in gioco e sperimentare la vita comu- nitaria, alle seconde generazioni che stanno ancora vagliando se il loro futuro sarà dentro l’Arca o se © Photo by Mark Shepard, 1979 Qui: L’Arca di La Borie Noble. Sopra: ancora una veduta degli antichi edifici dell’Arca di St Antoine. A destra: Lanza del Vasto in India nel 1954.
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