Missioni Consolata - Marzo 2012
# Pagina a fianco : prodotti alimentari tipici italiani. # Sotto : un hamburger: questo «inno- quo» panino ha un impatto deva- stante sull’ambiente. MC ARTICOLI ed infine i dolci il 3%. Il 20% del totale della spesa alimentare degli italiani per le festività è fi- nito nella spazzatura, nono- stante la crisi economica abbia fatto diminuire del 10% la quan- tità di cibo acquistata, rispetto all’anno precedente. Secondo la Fao, la tendenza allo spreco di cibo nel mondo occidentale è cresciuta del 50% dal 1974 a oggi, e attualmente vengono sprecate, dal campo alla tavola, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ogni anno, così suddivise: 670.000 tonnellate nei paesi in- dustrializzati e 630.000 in quelli in via di sviluppo. Le popolazioni europee e nordamericane con- tribuiscono a questo spreco nella misura di 115 chili a testa all’anno, contro i 6-11 chili delle popolazioni dell’Africa sub-saha- riana e del Sud-Est asiatico. Tutto questo, nonostante le per- sone che soffrono la fame nel mondo siano 925 milioni, se- condo il rapporto Fao del 2010 e nella sola Europa vi siano 80 mi- lioni di persone sotto la soglia della povertà. Mentre nei 27 paesi dell’Unione europea c’è uno spreco pro-capite annuo pari a 179 chili di cibo, solo in Italia si getta ogni anno una quantità di cibo che potrebbe soddisfare le necessità alimen- tari dei tre quarti dell’intera po- polazione (cioè potrebbe nutrire 44 milioni di persone). Traducendo il nostro spreco ali- mentare in cifre, possiamo dire che vanno persi lungo la filiera alimentare (produzione agricola, trasformazione industriale, di- stribuzione, consumo) 12 mi- liardi di euro, corrispondenti a circa 20 milioni di tonnellate di cibo. Soltanto gli ipermercati buttano ogni giorno 250 chili di cibo. Ogni anno, inoltre, vengono lasciate nella spazzatura circa 250.000 tonnellate di carne e, se pensiamo che per produrne un solo chilo sono necessari 15.000 litri di acqua, ci rendiamo subito conto dell’impatto devastante sull’ambiente di questa insen- sata gestione del cibo. DA SPRECO A RISORSE Il fenomeno dello spreco ali- mentare in Italia è stato attenta- mente studiato da Last Minute Market ( www.lastminutemarket.it ), centro studi accademico dell’Università di Bologna, che si è occupato delle cause e delle conse- guenze del fenomeno ed ha pubblicato i risultati della ricerca ne «Il libro nero dello spreco in Italia: il cibo», a cura di Andrea Segrè e di Luca Falasconi, Edizioni Ambiente, 2011. Oltre a questa pubblica- zione, l’organizzazione è specia- lizzata nella raccolta del surplus alimentare presso alcuni super- mercati in Italia ed alla sua suc- cessiva distribuzione ai biso- gnosi. Tra le sue iniziative, c’è stata l’organizzazione della con- ferenza «Transforming food wa- ste into a risource» (La trasfor- mazione dello spreco del cibo in risorsa), svoltasi a Bruxelles il 28 ottobre 2010, a cui hanno par- tecipato le organizzazioni Fare- share (Gran Bretagna), Stop Food Wasting Movement (Dani- marca) ed Andes (Francia). In questa circostanza è stata elabo- rata la Dichiarazione congiunta contro lo spreco alimentare, in cui è stato posto come obiettivo prioritario l’abbattimento del 50% dello spreco alimentare en- tro il 2025. Inoltre è stato fatto un appello alle Nazioni Unite perché la lotta allo spreco ali- mentare venga inserita nel 7° degli Obiettivi del Millennio (As- sicurare la sostenibilità ambien- tale). Dalla ricerca condotta da Last Minute Market risulta che in Ita- lia le percentuali di alimenti sprecati, rispetto al totale dispo- nibile, variano dal 34 al 55%, a seconda delle categorie di pro- dotti, con una tendenza a supe- rare il 50% di spreco per ver- dura, frutta, bevande alcoliche e carne. I prodotti cerealicoli spre- cati rappresentano poco più del 40%, mentre i prodotti ittici il 33,6%. Nel caso dei cereali, il minore spreco è dovuto a una in- feriore deperibilità rispetto alle altre categorie, mentre i prodotti ittici sono sottoposti ad una fi- liera tecnologicamente migliore. COSA E QUANDO BUTTIAMO? Per quanto riguarda le tipologie di prodotti alimentari sprecati, possiamo distinguere tra una prima formata da tutti quei pro- dotti, che hanno perso le carat- teristiche organolettiche ed igie- MARZO 2012 MC 77
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