Missioni Consolata - Marzo 2012

sia di controllo. Il parlamento non escluderà alcun partito, al di là della sua rappresentatività (…). È tempo di accordi, non di competizione». Lo stesso segretario generale aggiunge che il parlamento col- laborerà sia con lo Scaf sia con il governo del primo ministro Ka- mal al-Ganzouri, fino a che il po- tere passerà nelle mani di un go- verno eletto. Secondo quanto prevede l'a- genda stabilita dal regime mili- tare, ciò dovrebbe accadere a lu- glio. Mercoledì 25 gennaio, primo anniversario della Rivolu- zione, migliaia di cittadini si danno appuntamento a piazza Tahrir, per chiedere la fine della giunta militare e il passaggio a un governo civile. La folla intona slogan contro i leader militari e sventolano stri- scioni contro il regime instaura- tosi dopo la caduta di Mubarak. Due giorni prima, Tantawi aveva annunciato la parziale rimozione dello stato di emergenza, in vi- gore da decenni nel Paese. La decisione è parsa più un tentativo di blandire il popolo egiziano e di impedire nuove manifestazioni, che un vero e proprio cambia- mento di direzione. La rivoluzione del 25 gennaio e la caduta di Mubarak avevano scatenato grandi speranze e aspettative, che sono andate de- luse: lo Scaf occupa con la forza e la repressione il trono lasciato libero dal «Faraone». Le recenti elezioni parlamentari, che hanno dato la vittoria ai movimenti isla- mici, e le manifestazioni di piazza che non s'arrestano, sono un chiaro messaggio alla giunta militare: «Andatevene!». Resta da vedere se l'esercito, abituato a governare l'Egitto da molti de- cenni, lascerà ai civili tutti i po- teri come aveva promesso un anno fa. E se i Fratelli Musul- mani sapranno mantenere le promesse di cambiamento, giu- stizia sociale ed economica, de- mocrazia e libertà. Angela Lano MC ARTICOLI un’inchiesta, le dimissioni del governo militare, leggi anticor- ruzione, il passaggio dei poteri a un’amministrazione civile entro la metà del 2012. Mentre sono in corso le elezioni parlamentari, ripartite in tre turni, e iniziate il 28 novembre, proseguono le manifestazioni e la repressione da parte dell'e- sercito. Uno degli episodi che fa il giro del mondo, grazie al video diffuso via Internet, è quello del 17 dicembre, quando una gio- vane donna viene brutalmente picchiata dalla polizia, in piazza Tahrir. Anche il mese di dicembre è contrassegnato da scontri e vit- time. Nonostante l'evidente ri- chiesta popolare di libertà e giu- stizia, il regime militare non molla le redini del potere, e con- tinua a reprimere i manifestanti. FRATELLI VITTORIOSI Domenica 14 gennaio è l'ultima giornata elettorale: i Fratelli Mu- sulmani, con il loro Fjp otten- gono il 46% dei seggi parlamen- tari. Di fatto sono il partito più forte dello schieramento politico egiziano. Il 16, il partito annuncia la nomina del proprio segretario generale, Mohamed Saad al-Ka- tany, come candidato alla presi- denza del nuovo parlamento egi- ziano, che viene eletto all’aper- tura dei lavori il 23 gennaio. I due vice-presidenti apparter- ranno agli altri due schieramenti che hanno ottenuto i maggiori ri- sultati: il salafita «Nour Party» (il Partito della Luce), e il libe- rale «Wafd». I leader del Fjp ribadiscono l'im- pegno a raggiungere gli obiettivi della rivoluzione. In un articolo pubblicato dal quo- tidiano «Al Masry al Youm» il 16 gennaio, Katany afferma: «La priorità di questo parla- mento saranno i diritti dei mar- tiri e dei feriti della rivoluzione. Il parlamento lavorerà per andare incontro alle aspirazioni della ri- voluzione sia a livello legislativo # Giovani manifestanti egiziani in una via d’accesso a piazza Tahrir.

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