Missioni Consolata - Marzo 2012
stiamo. Noi ne approfittiamo su- bito per farci raccontare qualche sua impressione sul suo paese d’adozione, sul suo lavoro. DAL ’76 DEI GENERALI ALL ’11 DEI KIRCHNER Padre Giuseppe Auletta, Pino per noi, José per la sua gente argentina, originario di Calciano, in provincia di Matera, è arrivato in Argentina nel 1976, tre anni dopo la sua ordinazione sacer- dotale, otto mesi dopo l’inizio, il 24 marzo, della dittatura mili- tare. In trentacinque anni di mis- sione nel paese della Boca e del tango ha assistito ai suoi grandi cambiamenti: «Sono arrivato senza neppure sapere cosa stesse succedendo. Man mano che sono venuto a conoscenza della situazione ho compreso meglio la sofferenza del popolo, della nazione e tutto lo sforzo che si è fatto per tornare al re- gime democratico alla fine del 1983». Padre José assume un tono va- gamente didattico mentre parla del difficile cammino della de- mocrazia in Argentina: «Ho visto come il paese cominciava a ri- prendersi, innanzitutto in quanto popolo, secondariamente dal punto di vista economico. Ci sono stati alti e bassi, c’è stato il grande inganno della parità dol- laro-peso con la presidenza di Saul Carlos Menem negli anni ‘90: un sistema monetario che ARGENTINA tivo è stato fatto. Il 12 agosto del 1994 è stata approvata la nuova Carta fondamentale, e proprio negli ultimi giorni precedenti quella data, dopo un confronto con diversi gruppi etnici, è stato approvato l’inciso - non un arti- colo, ma un inciso - 17 dell’arti- colo 75 che riconosce i popoli in- digeni come popoli originari con diritto alla terra, alla propria educazione, alla propria organiz- zazione e con diritto a essere consultati quando i loro interessi si vedessero messi in discus- sione». TRA POPULISMO, CRISI AMBIENTALE E MULTINAZIONALI Conosciamo bene l’amore del missionario lucano per i popoli indigeni e sappiamo che il tempo a nostra disposizione potrebbe facilmente trascorrere parlando esclusivamente di loro. Già la segnalazione del citato inciso 17 mostra il suo desiderio di rac- contare della sua passione. Lo prendiamo in contropiede chie- dendogli se se la sente di darci ancora qualche spunto generale sull’Argentina: «Dal punto di vi- sta sociale i dati parlano di un calo della povertà. Questo è, ov- viamente, molto positivo, se non fosse che i programmi che hanno permesso questo calo ri- schiano di essere assistenziali- sti, e hanno uno scopo populista: sono interventi basati sull’aiuto (sussidi per famiglie molto nu- merose, per le ragazze madri, alla lunga ha portato alla crisi del 2001-2002. Quelli sono stati anni molto critici non solo dal punto di vista economico, ma an- che della stabilità democratica. Grazie a Dio anche quella fase è stata superata, e ora siamo nel- l’epoca Kirchner, prima con Ne- stor, e adesso con Cristina». Un guizzo improvviso nello sguardo del missionario e un leggero cambio di registro nella sua voce ci fa intuire il tema sul quale vuole proseguire la sua breve carrellata dei grandi cam- biamenti avvenuti nella società argentina degli ultimi trentacin- que anni: «C’è da registrare un avvenimento molto importante collocato nell’estate del 1994: l’Argentina ha rinnovato la sua Costituzione riconoscendo, final- mente, i diritti dei popoli indi- geni. Ci vuole ancora un lungo cammino perché dalle parole scritte si passi a un riconosci- mento effettivo dei loro diritti, però intanto un passo significa- 52 MC MARZO 2012 # Sopra : Nestor Kirchner, morto nel 2010, e sua moglie Cristina Fernan- dez, rieletta presidente al secondo mandato alla fine del 2011. # Qui a destra: p. José Auletta con due beneficiari del progetto di case autocostruite promosso nella periferia di Oran. Il missionario alla celebrazione di commiato da Oran. © Reuters 2006
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