Missioni Consolata - Marzo 2012

MC STORIE E RITRATTI ALBANESI Il senso di frustrazione e impotenza di Aricla è evi- dente e dichiara che, se lei potesse realizzare un so- gno da professionista del sociale, innanzitutto cam- bierebbe la legge sull’assistenza, togliendola alle fa- miglie che possono lavorare e aiutando quelle che hanno più bisogno, indipendentemente dal loro es- sere vecchi o nuovi residenti; avvierebbe poi progetti per offrire un lavoro solo a chi ne ha veramente biso- gno e infine: «Farei un grande negozio di alimentari sovvenzionato dallo stato dove la gente povera possa prendere il cibo». lari di assistenza economica ed erano in grado di la- vorare. Il progetto prevedeva il loro impiego nella manutenzione e pulizia dell’ambiente; essi riceve- vamo una somma di danaro aggiuntiva a quella che percepivano per l’assistenza, che comunque non po- teva superare la paga minima di 1.400 lekë (circa 10 euro), e questo intervento veniva denominato «red- dito minimo». L’amministrazione dell’unità municipale non prevede praticamente alcuna forma di assistenza a favore dei minori. L’assistente sociale si limita solo a verificare che una famiglia non può accudire i figli e sulla base della documentazione i minori possono essere inse- riti nei centri di accoglienza dello stato. A Kombinat ci sono solo centri diurni, gestiti da Ong, e solo a Ti- rana vi è un centro residenziale. Anche per l’«evasione scolastica» possono solo regi- strarne l’esistenza: l’autorità scolastica segnala i vari casi, si fanno le verifiche delle situazioni solo presso le famiglie in assistenza o chiedendo informazioni ai parenti o al vicinato, poi tutto finisce lì. Sono soprat- tutto i bambini rom e quelli molto poveri che non vanno a scuola. Di conseguenza è diffuso il lavoro mi- norile; essendo il cimitero di Tirana vicino a Kombi- nat, molti bambini vendono i fiori per i defunti o fanno la pulizia delle tombe. Secondo Aricla il problema sociale più rilevante nel quartiere è la disoccupazione sempre più grave, che provoca aumento della povertà; con la povertà cre- sce la violenza in famiglia, soprattutto contro le donne e i bambini; ma anche gli uomini sono vittime di violenza e per loro la situazione è ancora più grave perché hanno più difficoltà a parlarne; e a Kombinat non c’è nessun centro antiviolenza. La normativa sull’assistenza econo- mica alle persone più disagiate è stata emanata nel 1993 ed emendata nel 2005. Destinatari sono le famiglie bisognose, le ragazze madri, i disabili e gli invalidi. Le politiche di aiuto eco- nomico fanno capo al Ministero del Lavoro, degli Affari sociali e delle Pari opportunità; ma di fatto il sistema la- scia fuori proprio i più bisognosi: gli im- migrati. Questi costituiscono la stra- grande maggioranza della popola- zione di Kombinat e possono accedere all’assistenza solo se già beneficiari della stessa nei villaggi o città di pro- venienza e solo se ne fanno richiesta entro i primi trenta giorni dal loro ar- rivo a Kombinat. Tutto ciò richiede un iter che s’inceppa nelle maglie di una burocrazia inefficiente: è spesso molto difficile in trenta giorni ottenere la do- cumentazione necessaria dal villaggio di provenienza e farlo registrare negli uffici comunali di Kombinat.

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