Missioni Consolata - Marzo 2012
28 novembre 1912, a Valona, Ismail Qemalil dichiarò l’indipendenza dell’Albania. Seguirono anni di assestamento politico, segnato da arretratezza economica e lotte tra anacronistici capi- tribù, finché si affermò Ahmet Zogu che diede vita al Regno albanese, proclamandosi re col nome di Zog I, e intensificò i rapporti economici con l’Italia. Roma considerava l’Albania come una propria colonia e ve- deva con sospetto l’ingerenza nazi-tedesca nei Bal- cani, finchè il governo fascista, attraverso il procon- sole Ciano, rovesciò la monarchia albanese: era l’alba del 7 aprile del 1939, Venerdì Santo. Da allora l’Italia controllerà l’Albania fino al settembre del 1943, tra- scinandola nella rovinosa campagna di Grecia, il cui risultato per gli albanesi si risolse in un trionfo sto- rico del tutto inaspettato: sotto la guida di un re ita- liano e con l’appoggio tedesco, realizzarono la «Grande Albania», recuperando l’Epiro del nord (Ciamuria), alcuni territori della Bulgaria e soprat- tutto il Kosovo. LA DITTATURA DI HOXHA Nel periodo che va dal 1943 al 1945 comparvero nel territorio albanese numerosi movimenti partigiani tra loro contrapposti, mentre per i kosovari tali anni furono particolarmente drammatici: la componente albanese, che per decenni aveva subito la repres- sione serba, e i tentativi di «pulizia etnica» del go- verno di Belgrado, forte dell’appoggio nazista, co- operò con particolare ferocia nelle rappresaglie com- piute dagli occupanti contro i serbi, dando ai vari gruppi politici kosovari un indirizzo ideologico esa- speratamente antisemita. Nel generale contesto di anarchia in cui il Paese stava precipitando emerse, per disciplina e forza militare, l’insieme dei gruppi partigiani guidati da Enver Hoxha, che condusse una spietata guerra di liberazione, ben presto sfociata in guerra civile, quando l’anticomunismo spinse i nazionalisti mo- narchici e repubblicani a unirsi tra loro per com- batterlo, arrivando addirittura ad affiancare i nazi- sti. Hoxha governò l’Albania dal 1944 al 1985, anno della morte, con un comunismo molto rigido e autoctono: è classificato tra i peggiori despoti del Novecento. Nonostante la stesura di una monumentale opera omnia , prodotta in ben 71 milioni di copie, che doveva consacrarlo a solo, autentico, continuatore di Lenin, Hoxha fu sempre legato a quel culto della etnia defi- nito «albanità». Quando il Cremlino si alleò, tradendo la besa (la pa- rola data), con la Jugoslavia, storica nemica del po- Tirana: edificio di epoca fascista, ora sede del Ministero degli Interni ( in alto ) e moschea Ethem Bey e torre dell’orologio in Piazza Scanderbeg ( a lato ). In basso : Giorgio Castriota Skanderbeg (1405-68), eroe nazionale albanese: resistette per 25 anni alla conquista dell’Impero turco ottomano..
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