Missioni Consolata - Marzo 2012
prevalentemente cristiane o tra- dizionaliste tra le quali solo i Meru detengono qualche reale potere economico. Un fatto sem- bra però evidente: la chiesa cat- tolica è l'unica realtà che impe- disce una pulizia etnica senza testimoni. Non a caso negli at- tacchi più recenti sono stati uc- cisi due catechisti e assalita una missione, e la gente, sia dopo le violenze del 22 ottobre che quelle di capodanno, ha cercato rifugio nel perimetro della catte- drale o delle missioni (Camp Garba e Ngaremara, una quindi- cina di chilometri più a nord). Inoltre non è un segreto per nes- suno che i Somali hanno sempre sognato una grande Somalia che arrivasse fino a Isiolo, che a Isiolo ci sono centri di recluta- mento della milizia di Al Shaa- bab, che la presenza dei fonda- mentalisti è molto estesa e che molti dei soldi sporchi prove- nienti dalla Somalia vengono ri- ciclati proprio a Isiolo. Ufficial- mente la religione non c'entra. Di fatto è uno degli elementi di cui tener conto. Intanto la chiesa di Isiolo comin- cia a sentire il peso di questa si- ricchissimo di acqua. È un luogo dalle potenzialità turistiche im- mense. In teoria il progetto, at- tualmente sotto studio con una compagnia giapponese, preve- derebbe che i primi beneficiari siano i gruppi locali. Ma se uno dei gruppi, il più debole, venisse spazzato via in anticipo... C'è anche un altro fattore che complica le cose: la sabbia. Ab- bondante nel letto dei fiumi sta- gionali è un elemento fonda- mentale del previsto boom di co- struzioni legate allo sviluppo tu- ristico e alla crescita continua della città di Isiolo. Per ora la co- munità turkana ha ottenuto la concessione dell'estrazione, ma fino a quando? Da ultimo c'è il valore dei terreni attorno al polo turistico: sta andando alle stelle. E se gli occupanti fossero co- stretti ad andarsene «sponta- neamente » ? C'ENTRA LA RELIGIONE? In questa difficile equazione, c'entra anche la religione? Ap- parentemente no, anche se di fatto da una parte ci sono delle tribù islamiche che controllano tutto il potere, e dall'altra tribù tuazione che si prevede di non facile soluzione. Anzi, nel sentire di tanti, questo 2012, prima delle elezioni, sarà un anno difficilis- simo con un crescendo di vio- lenza. Di fatto la gente di Ma- shakwata non è ancora tornata a ricostruire il suo villaggio, anche se avevano pianificato un ritorno in massa per il 2 gennaio. Per ora i loro bambini vanno all'asilo sotto un grande albero nella vi- cina scuola cappella di Kiwanjani. Sono una quarantina. Per fortuna, anche sotto un al- bero, i bambini sono sempre bambini e non perdono il sorriso e la voglia di giocare. Intanto l'altalena e lo scivolo di Ma- shakwata continuano ad aspet- tare che la gioia dei bambini li ri- svegli e li faccia ancora danzare. Gigi Anataloni MARZO 2012 MC 13 MC ARTICOLI # In senso orario: canti e danze a Kiwanjani; p. Simon Wambua; le colline di Kipsing Gap dove do- vrebbe sorgere la nuova Las Vegas - si intravede il serbatoio dell’ac- qua di Mashakwata; la bella chiesa di Camp Garba.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=