Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2012
GENNAIO-FEBBRAIO 2012 amico 81 ria, alla periferia di San Paolo. In una piccolissima stanza aveva tutto il suo mondo: letto, cucina, guar- daroba e bagno. Una sera d’inverno sono andato a trovarla e dopo una lunga conversazione è venuta la notte e con essa il pericolo. “Non si può andare”, mi ha detto. “È pericoloso! Deve rimanere con me, questa notte! Dio è grande e ci protegge!”. Alla fine, dopo tanta sua insistenza, ho accettato. Donna Maria mi ha lasciato il suo letto puzzolente e lei ha passato la notte seduta. Dio è grande! Quali sono, secondo te, le grandi sfide della mis- sione del futuro? In concreto, come pensi di af- frontarle nel tuo ambiente, con la gente con cui lavori? La prima è una sfida etica che interpella ogni uomo, ogni religione, ogni organizzazione: l’attenzione al- l’alterità, che scaturisce dall’esperienza che l’affa- mato e l’assetato, lo straniero e l’impoverito, l’or- fano e la vedova, l’ammalato e l’afflitto sono i luo- ghi della rivelazione e della salvezza di Dio. La seconda è una sfida religiosa che riguarda tutte le religioni spingendole a lavorare al servizio della vita, nel dialogo e nella condivisione. La terza e una sfida spirituale che noi cristiani siamo chiamati, oggi più che mai, a raccogliere mostrando con la nostra vita cammini di comunione, ispirati dalla Trinità, di umanizzazione, guidati da Gesù in- carnato, morto e risorto, di consolazione secondo la scuola del Consolatore, il Paraclito, e di Maria, la donna consolata e consolatrice. La quarta è una sfida ecologica: gli uomini sono creature interconnesse e interdipendenti, chiamate a coltivare e curare tutto il creato con responsabilità per il presente e il futuro. Che cosa possiamo offrire al mondo come Missio- nari della Consolata? Di fronte alle strutture patriarcali della società, la Famiglia Consolata può contare su uomini e donne che cercano l’equilibrio di genere. Di fronte alle strutture clericali e gerarchiche della chiesa, la Famiglia Consolata, formata da religiosi, religiose e laici, favorisce la fraternità evangelica, l’esercizio dei diversi ministeri, lo sviluppo delle vo- cazioni specifiche. Di fronte al passato coloniale e all’egemonia con- temporanea del pensiero unico, la Famiglia Conso- lata riconosce in ogni suo membro l’immagine par- ticolare del Dio Creatore, e in ogni popolo l’imma- gine collettiva di questo stesso Dio che è comunità trinitaria. Di fronte al dominio di una “macro cultura” neoco- loniale, diffusa e sostenuta dai mass media e dal si- stema economico, la Famiglia Consolata è spazio d’identità, libertà e gratuità. Di fronte all’attuale panorama segnato da conflitti e divisioni, la Famiglia Consolata vive la libertà del- l’obbedienza per servire, della castità per amare, della povertà per condividere. Allo stesso tempo, per la sua composizione internazionale testimonia la possibilità di una fruttuosa convivenza intercultu- rale. Di fronte alle tendenze individualiste, all’isolamento e desolazione sempre più diffusi, la Consolata ci parla di compagnia, accompagnamento, anima- zione, consolazione, alterità, coraggio... Di fronte alla grande mobilità umana, noi missionari ad gentes ci presentiamo come pellegrini dell’es- sere e delle culture. Quante più persone, popoli e culture entrano a far parte della geografia del no- stro cuore, tanto più umani e partecipi dell’umaniz- zazione redentrice dell’umanità diventiamo. Quanto più missionari, tanto più umani. Quanto più umani, tanto più divini. Quanto più divini, tanto più santi. Puoi suggerirci uno slogan da proporre a tutti i giovani che si avvicinano ai nostri centri missionari? “Con Gesù per la strada e alla mensa” (cfr Sal 23). Ugo Pozzoli ERRATA CORRIGE: nello scorso numero di amico (MC ottobre 2011), nella rubrica Pa- role di Corsa, abbiamo scordato un “piccolo” particolare: il nome del missionario della Con- solata intervistato (p. Jean Willy Ipan). Grazie a lui per le sue parole e a chi ci ha fatto notare la dimenticanza! AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT © Af MC/Medina S 2009
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