Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2012

avventurieri e persone senza scrupoli comprare gli elettori, facendo del voto una operazione di mercato. Questa pratica però non dipende soltanto dai candi- dati, ma anche dagli elettori, perché se ci sono i corruttori ci sono anche i corrotti 1 . Per parte sua, la chiesa deve superare l’i- dea che la politica sia una cosa sporca. No, secondo Paolo VI, la politica è l’arte di costruire il bene comune. Il voto è una cre- denziale che si dà ad un candi- dato perché questi attenda al bene comune. Noi dobbiamo aiutare le persone a superare P roviene da Rio Grande do Sul, stato del Brasile me- ridionale dove l’emigra- zione italiana è stata un fenomeno rilevante. «Sono nato in Brasile, ma i miei genitori erano italiani». Parroco, missio- nario in Mozambico e quindi ve- scovo, dal 2005 monsignor Roque Paloschi è responsabile della dio- cesi di Roraima, lo stato più a nord del Brasile, in piena foresta amazzonica. LA CORRUZIONE SI PUÒ SCONFIGGERE Monsignore, nel settembre 2010, prima delle elezioni, lei rese pubblica una lettera in cui chie- deva ai candidati e agli elettori di giocare pulito. Perché lo fece? «Perché noi vogliamo essere se- minatori. Fin dai tempi della co- lonizzazione, la pratica della corruzione è molto forte in Bra- sile. Inoltre, in alcune zone come nel Nord e in generale nella regione amazzonica, l’as- senza dello Stato è evidente. Pertanto, risulta molto facile per l’idea che la politica sia una cosa sporca e che non valga la pena». Gli ultimi governatori di Roraima sono stati condannati per corru- zione 2 . Pensa che la campagna contro questa pratica avrà con- seguenze effettive sulla vita po- litica del suo paese 3 ? «Molti condidati non sono stati eletti proprio a causa della loro corruzione. Oggi le persone co- minciano a capire che è possibile mettere fuori gioco i candidati corrotti. Si può fare per i deputati statali per quelli federali e per i governatori». GENNAIO-FEBBRAIO 2012 MC 51 TESTO E FOTO DI PAOLO MOIOLA AMAZZONIA PADRONI DEI PROPRI SOGNI L’Amazzonia è ancora terra di conquista e di colonizzazione. Sia per il governo (con le «grandi opere» come la centrale di Belo Monte) che per le multinazionali (dell’agrobusiness e minerarie). Quanto alle popolazioni indigene il massacro non è terminato: esso continua attraverso la negazione del diritto alla salute e all’educazione. Di questo ed altro abbiamo parlato con mons. Roque Paloschi, vescovo di Roraima. DIARIO DAL RIO AMAZONAS # Mons. Roque Paloschi, vescovo di Roraima, con alcune famiglie di riberinhos . © Diocesi Roraima

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=