Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2012

46 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2012 OSSIER «Non è facile rispondere a questa domanda» afferma Stephanie Fisher, consulente dell’ American Business Council di Dubai; «governo e ditte private non rila- sciano dichiarazioni facilmente ed è quindi obiettiva- mente difficile capire come stia andando l’economia dell’Emirato». Comunque è chiaro che la megalomania araba si è al- quanto ridimensionata. Basta andare a fare un giro con la sofisticata linea della metropolitana, costata più di 4 miliardi di dollari, per accorgersi che nume- rosi cantieri sono ancora fermi e che tra una zona e l’altra, vi sono chilometri di «nulla»: aree di sabbia da anni precettate dai conglomerati finanziari e su cui, in attesa di tempi migliori, sorgeranno futuristici parchi, campi da golf, hotel, parchi tematici, gratta- cieli, centri commerciali. «Sulla carta ci sono pro- getti per quasi 500 miliardi di dollari, ma molti sono stati sospesi per mancanza di liquidità» mi dice Ah- mad Othman, dell’Ufficio Comunicazioni della Hsbc, una delle maggiori agenzie finanziarie e bancarie del mondo. Delle famose isole artificiali, tutte progettate e co- struite dalla Nakheel, appartenente, manco a dirlo, alla famiglia reale, solo una, The Palm Jumeirah , è stata quasi ultimata. Gli altri progetti, compresi i tanto reclamizzati The World Islands , The Universe , Palm Deira e Dubai Waterfront , sono stati interrotti o la data di completamento procrastinata sine die . Naturalmente i grandi gruppi finanziari e i gover- nanti ostentano fiducia: «Dopo la grande crisi che ci ha colpito nel 2009 e nel 2010, il Pil di Dubai crescerà del 4,6% nel 2011, dimostrando a tutto il mondo la so- lidità della nostra economia e l’abilità dei nostri go- vernanti» sentenzia Hamad Buamin, direttore della Camera di Commercio e dell’Industria di Dubai. GLI IMMIGRATI Il suo ottimismo, però, crolla di fronte alle critiche di Saabir, immigrato pakistano che abita nel quartiere di Deira: «È naturale che il Pil di Dubai aumenterà del 4,6% nel 2011, visto che il governo ha aumentato del 15% acqua ed elettricità, del 33% la benzina e del 40% i biglietti dei servizi pubblici! Come sempre, l’e- mirato si arricchisce a spese degli immigrati!». Saabir ha il dente avvelenato nei confronti degli arabi. E non a torto. Dei 2,3 milioni di abitanti di Du- bai, solo il 17% sono cittadini dell’Emirato, il restante 83% sono immigrati, la maggioranza dei quali svolge lavori di manovalanza. Il 42% sono indiani, il 13% pa- kistani, l’8% bengalesi, il 2,5% filippini. Gli immigrati «di lusso», europei e nordamericani, sono solo 1,2% della popolazione cittadina, ma, assieme agli arabi, detengono tutti i posti di comando della finanza e dell’economia. Sono loro che vivono nella fantasma- gorica Dubai, quella dei grattacieli, alberghi mozza- fiato, centri commerciali più grandi al mondo. Nell’albergo dove alloggio, il Movenpick Jumeirah , il personale si dice soddisfatto del trattamento: «La di- rezione e il management sono attenti alle nostre esi- genze e la paga è estremamente alta, se comparata con quella dei nostri colleghi in Europa» spiega una ragazza della reception . La stessa soddisfazione la ri- scontro tra le cameriere della sala della colazione. Ma so che questa è solo una fortunata minoranza: la maggioranza degli altri stranieri vive in condizioni di semischiavitù. Orari di lavoro impossibili, stipendi inadeguati, ammortizzatori sociali inesistenti, case fatiscenti sono facili micce per proteste. Le più ecla- tanti sono state quelle che hanno interessato la con- vulsa costruzione del Burj Khalifa quando, nel marzo Pagina accanto , un lavorato al porto di Dubai © Piergiorgio Pescali 2011 © Automobilesreview 2009 In alto , nella disneyland araba di Dubai non manca neppure la neve artificiale e relative strutture per sciare.

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