Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2012

I l boom petrolifero sta cambiando la vita di queste popolazioni sia sotto l’aspetto economico che so- ciale, promuovendo fermenti di democratizza- zione, riforme del sistema scolastico e perfino la ri- cerca di riforme costituzionali. Per spingere nell’era moderna il piede rimasto indietro, re, emiri, sultani dei paesi che costituiscono il Consiglio di Coopera- zione del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Emirati, Qatar e Oman) moltiplicano le infrastrutture in settori economici e sociali: raffinerie, oleodotti, centrali elettriche, strade, telecomunicazioni, scuole, università, edilizia, turismo, finanza... a volte con pro- getti avveniristici e spettacolari nelle città capitali. Perfino il deserto sta fiorendo, almeno nelle città. Tali progetti, insieme a quelli specifici dell’industria petrolifera, hanno obbligato questi paesi a importare cervelli e manodopera dall’estero: sono migliaia di contractor stranieri e milioni di lavoratori prove- nienti dall’Asia, da altri paesi arabi, alcuni dall’Africa. Si calcola che tra questi immigrati ci siano oltre 4 mi- lioni di cristiani, 3 dei quali cattolici. «È curioso che, mentre in Europa arrivano immigrati musulmani, nella penisola arabica, culla dell’islam, dopo secoli di assenza sono tornati tanti cristiani, più numerosi che nel resto del Medio Oriente» afferma mons. Paul Hin- der, vicario apostolico dell’Arabia meridionale. I l cristianesimo arrivò nella penisola arabica cin- que secoli prima dell’islam, quando i missionari persiani cominciarono a spargere il seme del van- gelo lungo la costa del Golfo Persico, fondando le GENNAIO-FEBBRAIO 2012 MC 37 prime comunità cristiane nel Kuwait; in seguito l’e- vangelizzazione avanzò sempre più verso sud, come testimoniano resti di chiese in vari luoghi delle coste del Golfo. Già nel III secolo esisteva un’eparchia (dio- cesi) nelle isole Barhein; a partire dal IV secolo tutta l’area appariva come centro principale della Chiesa orientale, la cui influenza si estendeva fino alle coste più meridionali e alle numerose isole del Golfo. Con la nascita, l’espansione e la dominazione dell’islam, il cristianesimo fu praticamente spazzato via da tutta la penisola, per ritornare timidamente 12 secoli dopo Maometto, nel 1841, quando i Servi di Maria aprirono una missione ad Aden e, superate molte dif- ficoltà iniziali, estesero la loro azione nello Yemen e nel Somaliland. Nel 1888 la missione fu staccata dal vicariato apostolico dei Galla (Etiopia) per ricavarne il vicariato apostolico di Aden, ribattezzato l’anno se- guente come vicariato apostolico d’Arabia, che fu poi affidato ai cappuccini di Firenze (1916). Nel 1973 la sede del vicariato fu trasferita dallo Yemen ad Abu Dabi negli Emirati Arabi. Nel 1953 una porzione del- l’immenso territorio fu staccato per creare la prefet- tura apostolica del Kuwait, elevata l’anno seguente a vicariato. Per equilibrare l’estensione tra i due vicariati, un de- creto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, in vigore dal 31 maggio 2011, ha stabilito una nuova organizzazione territoriale e la modifica dei ti- toli: la giurisdizione su Bahrein, Qatar e Arabia Sau- dita è passata al vicariato del Kuwait, che ha preso il nome di «Vicariato apostolico dell’Arabia settentrio- nale», sotto la guida del vescovo comboniano mons. Camillo Ballin; Emirati Arabi, Oman e Yemen sono di- ventati «Vicariato apostolico dell’Arabia meridio- nale», sotto la giurisdizione del cappuccino svizzero mons. Paul Hinder. Entrambi i vicariati sono stati affi- dati all’ordine dei frati minori cappuccini. P.P. - B.B . In basso , l’isola di Sir Bani Yas, 250 km a sud-ovest di Abu Dhabi: vi sono state scoperte le rovine di un esteso complesso monastico e chiesa risalenti al VI secolo, usati da cristiani nestoriani fino al 750. © Af MC/B Bellesi 2010 Da sinistra, mons. Paul Hinder, vicario aposto- lico del Sud Arabia, Ugo Tramballi, giornalista del Sole24ore, mons. Camillo Ballin, vicario apostolico del Nord Arabia, parlano della «Nuova primavera della Chiesa pellegrina d’Arabia», in un incontro tenuto durante il Sinodo sul Medio Oriente (otto- bre 2010).

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