Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2012

La carestia nel Corno d’Africa ha reso famoso il piccolo villaggio di Dadaab. Ma in questa zona, persa nel nulla, i campi profughi ci sono da vent’anni. Nel 2011 si sono ingrossati a causa dell’ultima crisi. Nei campi la vita è precaria, ma scandita da regole precise. E l’insicurezza permane elevata. Anche i keniani si sono mobilitati con gesti di solidarietà verso i rifugiati. Viaggio «dentro» il campo. A inizio gennaio 2011 è scoppiata la grave crisi della siccità e della fame nei paesi del Corno d’A- frica e in Kenya (vedi MC novem- bre 2011). Il problema è stato previsto, annunciato e deprecato da molti. Le nazioni si sono mosse, le associazioni e Ong si sono organizzate, sono partiti tanti aiuti di emergenza per la fame e per la salute di 13 milioni di persone in Somalia, Etiopia, Djibuti, Kenya, Sudan. La gente in Kenya si è mobilitata come non mai con il motto «Kenya for Kenyans» (Kenya per i keniani) offrendo un contributo altissimo grazie a sacrifici e ri- nunce. Anche noi, nel nostro pic- colo, come Missionari della Con- solata ci siamo mossi, sostenuti da tanti nostri amici, per portare sollievo e consolazione nelle zone più colpite dalla carestia e dalla fame in Kenya: turkana, samburu, tharaka. La fame dovuta alla grave siccità che ha colpito questi paesi e al conseguente rialzo dei prezzi del cibo (farina, fagioli, olio, zuc- chero, riso) non è ancora debel- lata. La gente continua a soffrire e a sperare lottando per una vita migliore. Il problema dunque persiste e continuerà finché le REPORTAGE DAL CAMPO PROFUGHI PIÙ GRANDE DEL MONDO TESTO E FOTO DI FRANCO CELLANA KENYA - DADAAB UN MONDO DI RIFUGIATI

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