Missioni Consolata - Dicembre 2011
T ra i miei ricordi di bambina c’è quello di una donna del mio stesso quartiere, a To- rino, che per la sua dedi- zione all’alcol veniva soprannomi- nata, senza troppi giri di parole, la ciuca , termine che in dialetto pie- montese significa «ubriaca». Si trattava peraltro di una povera donna, che cercava di dimenticare con l’alcol le proprie peripezie fa- miliari. Tuttavia quell’immagine di ebbrezza, che spesso si portava addosso, era servita a stigmatiz- zarla impietosamente. A quei tempi, le donne che si ubriacavano erano messe all’indice dalla so- cietà. A dispetto di questo modo di pensare, nel giro di qualche de- cennio, l’immagine della donna che beve alcolici è stata non solo accettata dall’opinione pubblica, ma addirittura vista come uno dei segni dell’emancipazione femminile, insieme all’abitudine di fumare. IN CONTINUO AUMENTO LE DONNE BEVITRICI Del resto, a rafforzare quest’im- magine hanno contribuito sia il cinema, che la televisione. Come non ricordare la fortunatissima serie televisiva Dallas degli anni ‘80, in cui i protagonisti, uomini e donne, non perdevano mai l’oc- DICEMBRE 2011 MC 85 VIAGGIO NEL MONDO DELL’ALCOL ( seconda puntata ) In Italia, ci sono 13mila alcoliste e 24mila donne ricoverate ogni anno a causa dell’alcol. Tra le consumatrici ci sono ragazze sempre più giovani (l’alcol contro l’inibizione), ma anche donne anziane (l’alcol contro la solitudine). Occorrerebbe sapere che l’organismo femminile smaltisce l’alcol con maggiore difficoltà rispetto a quello maschile ed è quindi più soggetto a patologie o problematiche alcol-correlate. E per una donna in gravidanza i rischi sono ancora maggiori. QUANDO LE DONNE BEVONO Nostra Madre Terra di Rosanna Novara Topino MC RUBRICA
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