Missioni Consolata - Dicembre 2011
e pure nel popolo afrocolombiano sono sorti movimenti culturali che lo hanno aiutato a prendere coscienza della propria storia e identità da assumere con umiltà e orgoglio insieme. Sono sorte quindi organizzazioni popolari, soprattutto sulla costa pacifica, che hanno lottato per il riconosci- mento degli afro come gruppo et- nico e della proprietà collettiva della terra. Solo la nuova Costitu- zione del 1991 ha offerto i primi veri strumenti giuridici per appli- care i diritti politici del popolo ne- gro, come la possibilità di avere autorità proprie attraverso i «Consigli comunitari», di otte- nere il titolo di proprietà collettiva della terra e di partecipare alla vita pubblica con «rappresentanti propri». Resta da vedere fino a che punto questa legge si stia realizzando nella pratica, ma non c’è dubbio che per il popolo afro- colombiano la nuova Costituzione ha aperto nuovi orizzonti in que- sto grande paese «multietnico e multiculturale». Come missionari ci sentiamo identificati con il nostro popolo in questo lungo e faticoso esodo dalla schiavitù alla libertà nel nome del Signore Gesù morto e risorto perché tutti, anche gli afrocolombiani, abbiano vita e vita in abbondanza. È un cam- mino entusiasmante, lungo e fati- coso, senza pretese di grandi ri- sultati. Come affermava una suora austriaca che ha lavorato da queste parti per tanti anni: «Seminare, seminare, seminare e... seminarsi». Ricordando il Maestro: «Se il chicco di fru- mento non muore...». SPERANZE E PROGETTI (NATALE 2009) Come discepoli e missionari pro- poniamo Gesù di Nazareth, nel rispetto della religiosità del no- stro popolo, tentando insieme alcune risposte concrete ai biso- gni spesso elementari del terri- torio senza la pretesa di risol- vere problemi che esigerebbero prima di tutto un cambiamento di mentalità, mentre invece si continua a sopportare paziente- mente i governanti di turno che fanno solo i propri interessi. Questa situazione ha portato la missione a proporre e realizzare alcune iniziative di tipo sociale, che voglio ricordare perché sono diventate una realtà solamente grazie a tanti amici che ci hanno sostenuto. 1. La prima iniziativa è stata quella degli asili di cui ho già ampiamente scritto. 2. Con i giovani, dopo aver ri- strutturato alcuni saloni vicino alla chiesa parrocchiale, stiamo adeguando due aree urbane ( Alto Prado e Montecarlo ) per la formazione, lo sport e la ricrea- zione. 3. Con i contadini, gli sfollati e la popolazione in generale abbiamo dato vita, fuori paese, al «Centro di formazione la Consolata» dove realizziamo continui incon- tri di formazione sui più diversi temi per creare coscienza, par- tecipazione, organizzazione e sviluppo. 4. Attenzione particolare è stata data al fenomeno degli sfollati ( desplazados ) a causa della vio- lenza della guerriglia. Li ab- biamo seguiti in tutta la trafila burocratica per ottenere dei ter- reni su cui ricostruire le loro case e li abbiamo aiutati nell’au- tocostruzione di ottantadue mini case in muratura. 5. Nella Comunità di Nueva Esperanza è nato il «Centro Afro-Allamano» per favorire maggiore aggregazione delle co- munità contadine. In questo spa- zio realizziamo attività ricreative e formative con bambini, giovani, adulti e donne in particolare, ap- profittando di ampi spazi ben di- stribuiti con la possibilità di col- tivazioni di ogni tipo e alleva- mento di animali da cortile, pe- sci, maiali... 6. Ultima nata, a cinquecento metri dal Centro Afro-Allamano, è la fattoria «Gente del Campo»: sette ettari che vogliono essere modello di agricoltura e alleva- COLOMBIA # La gente subisce con passività l’espasione pianificata della monocultura. La Chiesa sta investendo molto nella formazione e coscientizzazione dei contadini e dei giovani per evitare che terre simbolo di libertà e dignità diventino luogo di una nuova servitù.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=