Missioni Consolata - Dicembre 2011
Si aiutano le persone in maniera apparentemente disinteressata, ma poi un giorno si chiede un fa- vore. “Ho bisogno che tu faccia un viaggio a Manaus. Tutto pagato, non preoccuparti”. In tal modo i narcotrafficanti stanno allevando una nuova ge- nerazione: questo è preoccu- pante. Lo fanno in un modo sub- dolo, sfruttando il sentimento della gratitudine. Qui si vota un candidato per gratitudine, per un 72 MC DICEMBRE 2011 AMAZZONIA Dunque, lei sarebbe d’accordo con investimenti, anche di im- prese multinazionali, purché compatibili con l’ambiente amazzonico? «Servirebbero anche per affron- tare seriamente il problema della disoccupazione. Siamo cresciuti in numero ma non esiste una po- litica pubblica per il lavoro. Ci hanno tolto la gomma. Ci hanno tolto il legname. Ci hanno tolto il pesce». NARCOTRAFFICANTI E BRAVA GENTE Forse anche per questa man- canza assoluta di alternative, l’unica attività economica fio- rente è quella inerente il com- mercio della droga... «Il narcotraffico è un problema grave che ormai coinvolge tutti. La cosa più inquietante è la ri- cerca di nuove strade. Si avvici- nano ragazzini e famiglie povere. bini. Il padrone di casa, seduto ad un tavolone, ci invita a mangiare con lui farina di mandioca e tucumã 3 . S i ferma un fuoristrada bianco. Sullo sportello risalta il nome della Funai, l’organizzazione governativa che si occupa di indigeni. Scendono 5 persone che raggiungono la tettoia. Mentre tutti si dissetano con succo di cupuaçu 3 , facciamo conoscenza. Il gruppo è composto da 3 giovani laureati, da un responsabile e da una guida tikuna, Cristóv â o Pinto. Quest’ultimo, un passato come vice-caci- que , si lamenta della mancanza di aiuti pubblici e del disin- teresse delle autorità pubbliche verso i problemi della co- munità tikuna. «Per loro noi non siamo una priorità». Dice che mancano i medicinali per curare la malaria e il dengue. E i soldi per far studiare i giovani tikuna all’Università. «Vogliamo avere nostri medici e nostri professori», spiega. Tuttavia, secondoWalmir Torres, responsabile della Funai (in cui lavora da 43 anni), la condizione dei tikuna e degli in- dios in generale è migliorata, come dimostrano anche gli alti tassi di crescita della popolazione indigena. L a pioggia è cessata. Gli uomini della Funai ci offrono un passaggio per tornare a Tabatinga. Seduti sul cassone del loro fuoristrada, percorriamo la strada che non passa lungo il fiume ma all’interno di Umariaçu. Lungo la via e davanti alle case ci sono molti bambini, l’unica nota di viva- cità nella città dei tikuna. PaoloMoiola N OTE (1) Gli igarapé sono i piccoli emedi affluenti amazzonici. (2) La mandioca è una radice a tubero commestibile, molto dif- fusa inAfrica e Sud America. (3) Açaí, tucumã, cupuaçu sono prodotti della foresta . # Umariaçu: la guida tikuna Cristóvâo Pinto ( in alto ), Walmir Torres della Funai ( a sinistra ); due tikuna ( a lato ). # Pagina accanto : donne indigene vendono radici di mandioca al mercato di Tabatinga.
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