Missioni Consolata - Dicembre 2011
DICEMBRE 2011 MC 71 MC ARTICOLI I NDIGENI URBANIZZATI UMARIAÇU, LA CITTÀ DEI TIKUNA Alla periferia di Tabatinga vivono alcune migliaia di tikuna, l’etnia indigena più numerosa del Brasile. Umariaçu sfata uno dei tanti luoghi comuni sugli indigeni. Quello che vede gli indios esclusivamente in villaggi di capanne e vestiti tradizionali. Farias de Souza, presidente dell’Associazione di cultura in- digena ( Aciu-eware ), che ci raggiunge in pochi minuti per farci da guida. La gente di Umariaçu vive di pesca e agricol- tura familiare (banane, mandioca 2 , açaí 3 ) . Inoltre, al mer- cato di Tabatinga si vendono prodotti della foresta e dell’ar- tigianato locale, però la condizione economica rimanemolto precaria. Henrique spiega che nella cittadina tutti parlano portoghese, ma anche tikuna. Quanto alle tradizioni, ci rac- conta della festa della « menina moça », antico rituale du- rante il quale famiglia e comunità celebrano il passaggio delle bambine alla maturità sessuale. «Oggi questa tradi- zione èmolto avversata dalle chiese pentecostali, che la con- siderano opera del demonio», spiega l’uomo. La comunità tikuna di Umariaçu è divisa in evangelici e cattolici, ma non ci sono problemi di convivenza, assicura Henrique. All’improvviso inizia a piovere a dirotto. Troviamo riparo sotto un’ampia tettoia dove stanno giocando alcuni bam- # Umariaçu: Gustavo Ferreira Perez davanti alla scuola indi- gena ( a destra ); il prof. Leonardo Gomez Manduca Neto ( sotto, a sinistra ); Henrique Farias de Souza ( sotto, a de- stra ), presidente dell’associazione Aciu-eware. T abatinga. Superata la zona militare, la strada asfal- tata termina improvvisamente. La pavimentazione diventa di terra (fangosa, per via delle frequenti piogge) e piena di buche. Umariaçu è divisa in due parti - Umariaçu I e Umariaçu II -, separate tra loro da un ponte, sotto il quale passa l’ igarapé 1 e dove vengono ormeggiate canoe e barche. Le case, erette a lato della strada, sono in legno o mattoni a vista con tetti in lamiera. La maggior parte di esse sono estremamente semplici e umili. Le più «lussuose» sono co- lorate e hanno un’antenna parabolica. Umariaçu ha una ca- ratteristica particolare: è totalmente abitata dai tikuna , il gruppo indigeno più numeroso del Brasile. Qui abitano circa 6.000 persone. Un numero tale per cui è difficile par- lare ancora di villaggio: dalla nascita (negli anni ‘40) ad oggi, Umariaçu si è trasformata in una piccola città. Chiediamo dove sia la casa del cacique , il capo indio eletto dall’assemblea comunitaria. La troviamo rapidamente, ma una donna ci dice che è uscito in moto e ci suggerisce di an- dare dal vice, che lavora come vigilante alla scuola indi- gena. La scuola è poco distante. È una bella struttura di- pinta con colori vivaci. Incontriamo subito Gustavo Fer- reira Perez, vice-cacique . «Una volta i tikuna - ci spiega - stavano a Tabatinga. Poi è arrivato il “bianco” e il nostro popolo è stato costretto a spostarsi». Secondo Gustavo, i problemi maggiori della comunità ri- guardano la viabilità, la salute e l’educazione, nonostante l’esistenza della scuola. Oggi non ci sono lezioni, ma in un’aula incontriamo Leonardo Gomez Manduca Neto, gio- vane professore di informatica. E - ci tiene a precisare - «cantante del Grupo Eware , che suona musica tikuna. Al- cuni nostri video sono su YouTube …». Non potendo allontanarsi, Leonardo telefona a Henrique
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