Missioni Consolata - Dicembre 2011

DICEMBRE 2011 MC 63 MEKINDORI Da Ottavio Sestero, I fioretti di padre Cencio , pp. 61-63, EMI Bologna 1992 La missione di Mekindori era allora solo un segno to- pografico segnato sulla carta geografica privata di mons. Perlo. In realtà non esisteva ancora nulla, ec- cetto la brughiera e le iene che l’abitavano. PRIMA NOTTE [Questo capitoletto è tratto da Ottavio Sestero, Il Nibbio e altri racconti , pp. 117-118, EMC - Torino 1959] Il padre Dolza, di felice memoria, se ne arrivò a Me- kindoli, a prender possesso della nuova missione, la sera del 20 ottobre 1922. La missione non era che un MEKINDULI Fondata nel 1923. I primi cristiani furono 10 Ja- luo [ Luo provenienti dalle zone attorno al Lago Vittoria ] che lavoravano nella missione, battez- zati ne 1927, cui l’anno seguente si aggiunsero due indigeni del luogo, e poi fino al 1936, non si hanno più cristiani. Ora [ 1950 ] ne conta 807 [ 33.217 nel 2005, senza contare quelli delle par- rocchie da essa generate ]. La missione di Mekinduli [ oggi chiamata Mikin- duri, pronuncia Mekindori ] ha una storia interes- santissima e meriterebbe di essere scritta più diffusamente. Il primo sito della missione era su un poggio, un vero santuario del paganesimo, luogo di balli e circoncisioni. La popolazione vide mai di buon occhio questa profanazione e in con- seguenza ostacolò la missione fino alla sua rimo- zione. La missione era hopeless [senza spe- ranza] , e nel febbraio 1929 venne [ temporanea- mente ] chiusa. Riaprì verso la fine dello stesso anno, ma le difficoltà continuarono a ostacolare ogni apostolato, tanto che a differenza delle al- tre stazioni, solo nel marzo 1930 poterono essere inviate le prime Suore Consolatine, sr. Orsola e sr. Eliana. Nel 1932 [ in accordo col governo la missione viene spostata ] a circa mezzo miglio di distanza. Il fr. Davide Balbiano inizia i lavori: casa padre, casa suore, chiesa, scuola, fabbricati omogenei nello stile, eleganti e adatti allo scopo. Verso la fine dello stesso anno, si [ occupa ] la nuova missione, abbandonando l’antica. La nuova Mekindoli è adagiata sul fianco della collina Njoro, mentre di fronte si apre a spiraglio la meravigliosa veduta della pianura di Tharaka e Ikamba. Nel 1936, il p. Umberto Bessone viene nominato superiore e la missione comincia a risvegliarsi dal letargo secolare. Viene aperto un colleggino che fiorisce fino all’inizio della grande guerra, durante la quale la missione viene quasi abban- donata. Terminata la grande guerra, p. Giulio Peirani ne prende possesso con tre suore. Nei primi due anni, risveglio lento, ma progressivo. segna lo stabilizzarsi della vita cristiana nelle Missioni. Catecu- menati fiorenti, scuole, cristia- nità in aumento in ogni luogo. [Ma l’idillio durò poco]. LA II GRANDE GUERRA La grande guerra risparmiò nes- suno, nemmeno il prefetto apo- stolico, il quale in un primo tempo fu internato in un campo di Kabete, e in seguito confinato in una missione del Tanganika . Eventi successivi del dopo guerra portarono alle dimissioni di mons. Nepote nel novembre del 1946. E la chiesa di Meru [ rimasta priva del suo pastore fu ] retta dal- l’amministratore apostolico mons. Carlo Cavallera, vicario apostolico di Nyeri. Durante l’internamento di tutti i missionari [nel campo di Koffie- fontein in Sudafrica] e suore, la prefettura venne temporanea- mente affidata a quattro padri della Congregazione dello Spirito Santo, troppo pochi per il grande lavoro della prefettura, cosicché parecchie missioni furono chiuse e visitate solo periodicamente. Con il ritorno globale dei padri e suore nell’agosto 1944, tutte le missioni presero nuovo sviluppo: catecumenati, cristianità, dispen- sari, ospedale, scuole primarie e secondarie, con un ritmo che ha del prodigioso. [ fine ] A sinistra: la locomobile in azione. Qui sopra: p. Vincenzo Dolza, chiamato Cencio (storpiatura di Vincenzo) dai nativi. 5. MC MERU: CENT’ANNI...

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