Missioni Consolata - Dicembre 2011
22 MC DICEMBRE 2011 POVERI ITALIA domenica mattina assomiglia ad un caos ordinato. I tre saloni rimbombano di lingue che rac- contano provenienze distanti. C’è il piemontese dei vecchi autoc- toni che ormai sono di casa, l’ita- liano, molto rumeno, un po’ di arabo. Anche se questi ultimi sono più silenziosi degli altri. Si passa velocemente tra i tavoli per un saluto perché i poveri che mangiano alla «mensa dei po- veri» raccontano già di per sé tutto, senza aggiungere parole. VOLONTARI DI OGNI RAZZA Domenica quattro settembre c’è una gran ressa. Forse perché il gruppo di volontari può vantare una specialità? È formato da circa venti persone con storie molto diverse: pare che sia una caratteristica di questa mensa vincenziana. La più giovane è una studen- tessa del «durissimo» liceo clas- sico Cavour. In mano ha il vas- soio del caffè e alla domanda: «Perché sei qua, mentre il no- vanta per cento dei tuoi coetanei è al centro commerciale» ri- sponde: «È bello fare qualcosa per queste persone che sono in difficoltà. Mi fa stare bene». E poi si sale con gli anni. Non solo anzianità anagrafica, ma anche di servizio: si arriva fino ai venticinque anni di volontariato. Tutti fanno un po’ tutto, anche se esistono le specializzazioni. Gli ospiti hanno appena finito di mangiare e apprezzare un ottimo risotto, specialità preparata solo da questo gruppo di volontari. Tra chi lava piatti, spazza il pavi- mento, serve a tavola, chiac- chiera con i commensali, cucina, condisce il risotto dentro pento- loni visti solo in caserma, pre- para il caffè, apparecchia e spa- recchia. C’è di tutto. Chi giunge dal Rotary Club e chi dalla conte- stazione politica degli anni Set- tanta, chi è religioso e chi la messa la frequenta saltuaria- mente. Una volta ogni quattro settimane i gruppi di volontari dedicano circa sei ore della loro domenica ai poveri, dalle dieci del mattino fino alle quattro del pomeriggio. E dato che è una mensa festiva un po’ tutti i volon- tari hanno lavorato a Natale, ca- podanno o in altre ricorrenze. Racconta Giulia: «C’è una gran confusione durante queste feste e alla fine della notte la stan- chezza e tanta. Ma è bellissimo, c’è una gran voglia di far festa qua dietro i fornelli e di là nei sa- loni». Mentre i volontari lavorano tanto da sembrare un combattivo plo- tone di formiche rosse, nei tre sa- loni gli ospiti consumano rumo- rosamente il pasto scambiando quattro chiacchiere. Sono seduti molto vicini gli uni agli altri, e, come da clichè, alcuni di essi non si liberano dell’armamentario che si portano sempre con sé neanche quando mangiano. NUOVI POVERI Ancora Paolo Miglietta racconta: «Un aspetto che anche dopo molti anni di volontariato con questi uomini e donne mi sor- prende sempre è la loro fretta perenne. Pur avendo una gior- nata ricca di tempo libero sono sempre di corsa: devono entrare velocemente, sedersi veloce- mente, mangiare velocemente, andarsene velocemente. Come è ovvio questo racconta il disagio che prova, anche chi ormai è di- ventato un membro della fami- glia, chiedere del cibo per sfa- marsi». Chi è seduto ai tavoli e mangia primo, secondo, contorno e frutta non rappresenta l’unica ti- pologia di utente della mensa fe- stiva vincenziana. Costoro sono circa centoquaranta ed in tasca hanno una tessera rilasciata dai servizi sociali della Città di To- rino, che certifica il loro stato di grave disagio e dà loro diritto ad entrare nella struttura e sedersi. Per chi invece rifiuta di passare attraverso i servizi sociali, altro momento problematico a livello psicologico soprattutto per i co- siddetti «nuovi poveri», esiste un servizio che distribuisce circa centoquaranta pranzi al sacco: panini, acqua o succo, un frutto. La linea «interna» opera da circa quindici anni e chi ne usufruisce è un gruppo variegato: barboni italiani e lavoratori stranieri. Uo- mini che pur avendo un lavoro, non riescono a coprire i loro fab- bisogni primari. Magari pagano l’affitto, in condivisione, ma i soldi per il cibo scarseggiano. Molti anche gli anziani, spesso # Pagina precedente : Poveri ritirano alimenti presentando una tessera. # A fianco: una mensa gestita dalla Caritas.
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