Missioni Consolata - Ottobre 2011

T abatinga . È ancora buio e le zanzare imperversano. La lancia partirà soltanto dopo aver imbarcato almeno 12 pas- seggeri. Alle 6 e 30 finalmente si può lasciare il molo. Il motoscafo scivola veloce sul fiume, ma si muove a zigzag per evitare tron- chi e detriti vari che affiorano dall’acqua, a volte in maniera vi- sibile, a volte meno. Benjamin Constant si raggiunge in meno di mezz’ora. All’entrata del porticciolo, c’è un’auto che svolge le funzioni di taxi. Contrat- tiamo il prezzo e partiamo. La strada pare nuova: l’asfalto è li- scio e nero, le strisce sono di un giallo intenso. Non esiste prati- camente traffico automobilistico. Ogni tanto passa qualche moto, ma anch’esse sono rare. Ai lati della strada, la foresta amazzo- nica è maestosa, ma non sempre integra. Ci sono le recinzioni di alcune fazendas . Ci sono tratti OTTOBRE 2011 MC 51 DIARIO DAL RIO AMAZONAS In battello da Belém ad Iquitos (quarta puntata) TESTO E FOTO DI PAOLO MOIOLA AMAZZONIA LA SALUTE NON PASSA DALLA MALOCA L’ospedale indigeno (Casai) di Atalaia do Norte ospita pazienti provenienti dalle isolate aldeias della Valle del Javari (Vale do Javari), terra indigena di 8,5 milioni di ettari. Appartengono a varie etnie: mayuruna (matsés), marubo, matis, kulina, kanamari, korubo. La maggioranza di essi è affetta da varie forme di epatite, patologia che ha avuto il sopravvento sulle consuete (malaria, tubercolosi). Nonostante gli sforzi delle organizzazioni indigene, della Sesai (costituita nel 2010, dopo le proteste contro la Funasa) e di alcune organizzazioni internazionali come Medici senza frontiere, distanze geografiche, diversità culturali, carenza di fondi, contrasti politici, invasioni dell’«uomo bianco» fanno sì che, nella Valle del Javari, la situazione sanitaria rimanga drammatica. # Atalaia do Norte: un indio dell’etnia matis, ospite della Casai, Casa de saúde do índio.

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