Missioni Consolata - Ottobre 2011

# Test nucleare in Nevada (Usa) del 1957. MC ARTICOLI che hanno prodotto pesanti con- seguenze sull’ambiente e sulla popolazione, in particolare quella aborigena. CORSA AL NUCLEARE Subito dopo le esplosioni nu- cleari che distrussero Hiroshima e Nagasaki, ponendo fine al se- condo conflitto mondiale, si svi- luppò una fiera competizione tra il blocco occidentale e quello co- munista per realizzare nuovi ar- mamenti, in quella che è stata definita «Guerra fredda». Nel giro di pochi anni sempre più potenze si dotarono di bombe atomiche. Prima furono quelle cosiddette «a fissione», seguite da quelle «a fusione» (o all'idro- geno). In queste ultime si sfruttava ad- dirittura l'esplosione di una bomba atomica come quella di Hiroshima per indurre la fusione nucleare di nuclei leggeri di iso- topi dell'idrogeno, in un pro- cesso analogo a quello che fa ri- splendere il sole. La potenza raggiungibile con questo se- condo tipo di ordigni era teorica- mente illimitata, ciò che com- prensibilmente suscitò gli entu- siasmi dei leader militari. Ma affinché questi potessero davvero fare totale affidamento sugli ordigni nucleari, era indi- spensabile verificarne le caratte- ristiche in tutti i possibili teatri e condizioni di impiego. Inoltre bi- sognava capire cosa le truppe avrebbero potuto fare su un ter- reno di battaglia che avesse visto l'impiego dell'arsenale atomico. I soldati sarebbero riusciti ad operare con efficacia in un am- biente in cui fossero presenti ri- levanti radiazioni a seguito del- l'esplosione di un ordigno nu- cleare? O sarebbero invece ca- duti in uno stato di prostrazione e di incapacità? L'unico modo per chiarire questi punti impor- tanti era di procedere a degli esperimenti, con cui appurare le varie questioni in sospeso. TEST «QUASI» SEGRETI Tutte le potenze atomiche inizia- rono quindi ad effettuare dei test, sia per meglio compren- dere il funzionamento tecnico delle bombe, sia per verificare la loro compatibilità con lo svolgi- mento di normali operazioni mi- litari di guerra. I test vennero svolti in territori poco o per nulla abitati. Nel caso della Gran Bre- tagna, considerando impossibile trovare una località adatta nella madrepatria, si decise di svol- gere gli esperimenti in Australia. Questo enorme paese aveva con Londra un rapporto di colonia dotata di autogoverno, soggetta - almeno in teoria - alla legisla- zione che il parlamento britan- nico aveva elaborato specifica- mente per lei. È possibile capire facilmente quale fosse l'atteggiamento delle autorità militari e dei go- verni del tempo - inizio anni ‘50 - impegnati a sviluppare, perfezio- nare e impratichirsi con le armi nucleari. Ma anche quali fossero le priorità, le misure cautelative, le conseguenze inattese, per evi- tare le quali non si era certo fatto tutto il possibile. Il tema è trattato nel documentario Australian Atomic Confessions , della regista australiana Kathe- rine Aigner. DA LONDRA A CAMBERRA Per cominciare, chiediamoci perché i britannici decisero di te- stare proprio in Australia e non in casa propria. Questo immenso territorio presentava innanzi- tutto molte zone poco o per nulla abitate; in secondo luogo era stato una colonia che ancora aveva fortissimi legami con Lon- dra. Gli australiani erano molto decisi a cercare di essere più in- glesi degli inglesi e a fare la loro parte nella titanica sfida che ve- deva l'Occidente capitalista con- trapposto al mondo comunista. Gli australiani se l'erano vista brutta pochi anni prima, quando le forze armate giapponesi erano arrivate sulla loro porta di casa, avendo sbaragliato le truppe bri- tanniche di stanza a Singapore. Lo sviluppo di un armamento nucleare era visto come essen- ziale per garantire che analoghe minacce all'integrità territoriale australiana non si ripropones- sero. Ricordiamo anche come negli anni '50 le conoscenze sull'ef- fetto delle radiazioni ionizzanti sull'organismo umano avevano sì fatto molti progressi, specie studiando le vittime e i soprav- vissuti dei bombardamenti di Hi- roshima e Nagasaki, ma molto rimaneva ancora da scoprire. In particolare non era chiaro se dei soldati avrebbero potuto operare efficacemente su un teatro di battaglia ove, poco prima, fos- sero state fatte detonare bombe nucleari. Nemmeno era chiaro come e quanto gli edifici e altre realizzazioni tecniche avrebbero potuto resistere in caso di un’e- splosione nucleare. I test speri- mentali servivano anche per col- mare questi buchi conoscitivi. ABORIGENI INCONSAPEVOLI I primi esperimenti vennero con- dotti sulle isole Monte Bello, al largo della costa occidentale dell'Australia. Altri ad Emu Field, nella parte occidentale dello stato dell'Australia del Sud. Un terzo gruppo infine nel sito di Maralinga, un nome che nella lingua degli aborigeni vo- leva dire, quasi profeticamente, «I campi del tuono», nel mede- simo stato. Se le isole Monte Bello erano di- sabitate, le zone dell'Australia del Sud erano popolate da gruppi di aborigeni nomadi. No- nostante gli sforzi delle autorità di evacuare le zone prossime ai poligoni militari, alcune famiglie aborigene non vennero indivi- duate e si trovarono esposte alla ricaduta radioattiva ( fallout ) suc- cessiva alle esplosioni. Queste sfortunate persone erano particolarmente vulnerabili, non avendo comprensione alcuna di quel che stava succedendo nei loro territori. Capitò così che al- cune famiglie si recassero a prendere acqua da bere (una ri- sorsa particolarmente scarsa in OTTOBRE 2011 MC 25

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