Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2011

quistato fin da subito stima e simpatia di alunni e genitori. A Borgo Valsugana lo conoscono tutti, non solo per il suo impegno di volontariato, ma anche per il suo «mal d’Africa»: da alcuni anni raccoglie fondi per soste- nere le attività di padre Paolo Angheben in Etiopia. NON PER CASO... Giovanni De Marchi è nato nel 1937, lo stesso anno in cui un suo cugino, con lo stesso nome e cognome, veniva ordinato sacer- dote tra i missionari della Con- solata. Un segno del destino? Forse, anche se per tanti anni non si sentì particolarmente coinvolto nelle imprese del cu- gino missionario, almeno fino a quando questi restò in vita. Ma dopo la morte di padre De Marchi, avvenuta a Fatima nel 2003, il nonno vigile cominciò a scoprirne la figura eccezionale: ne restò affascinato e sentì su- bito l’urgenza d’impegnarsi an- che a favore della gente per la quale suo cugino aveva speso la sua esistenza. Prima di tutto volle conoscere più a fondo la sua vita e la sua opera, interro- gando soprattutto coloro che lo avevano conosciuto da vicino. «Mi raccontarono aneddoti inim- maginabili che dipingevano la sua figura di missionario straor- dinario, vero uomo di Dio, di una semplicità disarmante, amato da «Il contatto con la gente - con- fessa - è sempre stato un punto fondamentale della mia vita. Que- sto servizio mi dà la possibilità di conoscere e osservare i compor- tamenti della gente, soprattutto dei bambini, di cui apprezzo la spontaneità e semplicità». Nonostante l’aspetto serio, ac- centuato dai suoi folti baffi da or- dinanza, il nonno vigile si è ac- tutti. Decisi così di onorarne la memoria alla sua maniera, cioè mettendomi a disposizione degli altri» spiega il signor De Marchi. Si trattava di trovare il modo e il luogo. Lo scoprì subito, in un ar- ticolo che parlava di un collabo- ratore del cugino missionario in Etiopia fin dal 1974: padre Paolo Angheben, missionario della Consolata trentino, con il quale il nonno vigile si mise immediata- mente in relazione epistolare, finché lo incontrò di persona nel 2005, quando padre Paolo tornò in Italia per un breve periodo di vacanze. «Fu un incontro che spiritual- mente mi cambiò la vita - conti- nua il signor De Marchi -. Nel 2006 iniziai a raccogliere fondi per la sua missione. Nel giro di due anni riuscii a fare 40 ado- zioni a distanza. Ma dentro di me cullavo un sogno ben più grande: sognavo l’Africa, l’Etiopia in par- ticolare, incontrare la gente per la quale mio cugino aveva speso gli ultimi 32 anni della sua vita, dal 1970 al 1988 lavorando sul posto e, nel resto degli anni, a Fatima, chiedendo continua- mente ai pellegrini preghiere e aiuti per i lebbrosi e i bambini handicappati della sua cara Etio- pia». Il sogno divenne realtà nel gennaio 2006, quando padre An- gheben lo invitò nella sua mis- sione di Modjo. «All’improvviso mi trovai catapultato in un altro # Volto di fanciulla della missione di Weragu. # Festa della Madonna Consolata a Minne, con padre Paolo Angheben. 62 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2011 ITALIA-ETIOPIA

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