Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2011
MC ARTICOLI ogni negoziato. Così in poco meno di sei mesi sono stati oltre 3.000 i morti a causa degli scon- tri e delle persecuzioni che si sono innescate nei due campi 4 . Una crisi umanitaria con centi- naia di migliaia di sfollati interni o sconfinati in Liberia. Una città, Abidjan, di oltre 6 milioni di abi- tanti (la seconda in Africa dell’O- vest dopo Lagos, Nigeria), messa sotto sopra, saccheggiata e de- vastata. Vittime che si sarebbero evitate, come le ulteriori ferite all’unità del paese, se Laurent Gbagbo avesse accettato il risul- tato delle urne e l’alternanza dopo dieci anni di presidenza (di cui gli ultimi cinque, protratti ar- tificialmente a causa del con- flitto). DIVIDENDI FRANCESI Molti vedono dietro la vittoria militare di Ouattara un ritorno della Francia come potenza ex coloniale. È chiaro che Nicolas Sarkozy, presidente francese, dalla Libia alla Costa d’Avorio sta cercando di riprendere posizioni sul continente africano. Nel primo discorso il nuovo pre- sidente ha parlato delle grandi sfide che lo aspettano, prima fra tutte «Riconciliare e riunire la Costa d’Avorio». Tra le sue prio- rità c’è quella di riportare la si- curezza, perché il paese è diven- tato invivibile, a causa delle armi in circolazione e delle milizie. Occorre riunificare l’esercito, mettendo insieme i nemici di ieri: le Forze repubblicane (di Ouattara) e quelle filo Gbagbo. Ma anche rilanciare l’economia: questo darebbe impulso a tutta l’area Uemoa. I primi carichi di cacao sono iniziati a ripartire al- l’indomani dell’arresto di Gbagbo. La crisi ha anche bloc- cato il passaggio delle merci verso i paesi dell’interno: Mali, Burkina Faso e Niger. Alassane Ouattara ha annun- ciato un «governo di unità nazio- nale» dicendo che «membri mo- derati dell’Fpi (Fronte patriottico ivoriano, partito di Gbagbo, ndr .) potranno farne parte». Come primo ministro, a sorpresa, è ri- confermato Guillaume Soro, già capo dell’esercito ribelle (Forze Nuove) e poi primo ministro di Gbagbo sulla base degli accordi di pace. Si pensava a un uomo del Pdci (Partito democratico della Costa d’Avorio), il partito dell’ex presidente Henri Konan Bedié, arrivato terzo e che ha appoggiato Ouattara al ballot- taggio. Invece Soro, «in accordo con Bedié», sarà primo ministro almeno fino alle legislative, che il presidente promette entro fine anno. L’ex ribelle mantiene an- che il portafoglio della difesa. LA COPPIA DELLA DISCORDIA E Laurent Gbagbo? Arrestato con sua moglie Simone (perso- naggio ritenuto da molti estre- mista) è in una località del Nord. Ouattara assicura che sarà giu- dicato dalla giustizia ivoriana, ma anche dalla Corte penale in- ternazionale, per quanto ri- guarda i crimini di guerra e i cri- mini contro l’umanità. Il presi- dente ha anche creato la «Com- missione per il dialogo, la verità e la riconciliazione», con il deli- cato compito di aiutare la pacifi- cazione. Il paese più importante dell’Africa dell’Ovest francofona, che dopo una lunga transizione stava ritrovando l’unità, è stato nuovamente scioccato e diviso, a causa di politici senza scrupoli. Le sfide dell’attuale dirigenza restano enormi: prima fra tutte curare le ferite generate dalla guerra civile e riconciliare la po- polazione. Marco Bello AGOSTO-SETTEMBRE 2011 MC 55 1 - Fanno parte dell’Uemoa: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avo- rio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo. 2 - Oltre agli stati dell’Uemoa, fanno parte della Cedeao: Capo Verde, Gambia, Ghana, Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. La Mauritania è uscita nel 2000. www.ecowas.int . 3 - L’Onuci, missione dei caschi blu in Costa d’Avorio, è pre- sente nel paese con 10.000 militari dall’aprile 2004. I fran- cesi hanno 1.400 uomini della Forza Licorne (rinforzata per l’occasione) nella base di Port Bouët vicino Abidjan. La Li- corne ha come missione il sostegno delle forze dell’Onu e la protezione dei francesi, molto numerosi in Costa d’Avorio. 4 - Il rapporto di Human Rights Watch pubblicato il 2 giugno, ha raccolto testimonianze di 149 morti del campo pro Gbagbo, nei giorni successivi all’arresto dell’ex presidente e di 220 morti ad opera degli uomini di Gbagbo nei giorni subito pre- cedenti. NOTE
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