Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2011
# Prostrazione durante le litanie dei santi e invocazione dello Spirito Santo, due scene dell’ordinazione episcopale di mons. Inacio Saure. # Stemma episcopale di mons. Inacio Saure: i monti significano il luogo della sua origine e della sua nuova missione; la strada in campo verde il suo cammino sacerdotale nell’Istituto Missioni Consolata; la stella in campo azzurro è simbolo della Madonna. INACIO SAURE: LA SUA STORIA MOZAMBICO P adre Inácio Saure è nato il 2 marzo 1960, a Balama, diocesi di Pemba, in Mo- zambico, dove ha frequen- tato le scuole elementari e medie. Dopo lo scoppio della guerra civile entrò nel seminario della Conso- lata a Maputo; frequentati i corsi di filosofia e il 1° anno di teologia nel seminario S. Agostino di Ma- tola (1990-1992), proseguì gli studi teologici presso l’Istituto supe- riore di Teologia S. Eugenio di Mazenod a Kinshasa (R.D. del Congo), dove conseguì nel 1998 il baccellierato in teologia. Emessa la prima professione reli- giosa nell’IstitutoMissioni Conso- lata il 7 gennaio 1995 e quella per- petua il 15 maggio 1998, fu ordi- nato presbitero l’8 dicembre dello stesso anno. Dopo l’ordinazione ha ricoperto i seguenti incarichi: - 1999-2001 vicario curato della parrocchia S. Mukasa Lukunga, a Kinshasa; - 2002-2005 parroco della chiesa Mater Dei e superiore della co- munità a Mont-Ngafula (diocesi di Kisantu); direttore della scuola d’informatica e vice supe- riore regionale; - 2006 fu destinato in Mozambico per lavorare nell’ambito della formazione; - 2006-2007, dopo aver studiato la lingua italiana a Roma, ha fre- quentato un corso per maestri dei novizi presso l’istituto Mater Christi a Bobo-Dioulasso nel Burkina Faso; - 2008 rettore del seminario me- dio e filosofico dei missionari della Consolata a Matola e, da di- cembre dello stesso anno, è stato maestro dei novizi presso il Novi- ziato Internazionale della Conso- lata a Maputo. gionati ed espulsi, perché diven- tati scomodi testimoni delle atrocità dell’esercito portoghese, come i massacri perpetrati nella regione di Mucumbura (1971) e a Wiriyamu. Con la proclamazione dell’indi- pendenza del Mozambico, conti- nua padre Tiago, «abbiamo que- ste due realtà: una parte della diocesi in cui c’è vita e vitalità perché c’è stata sempre una presenza missionaria di padri e suore, anche se c’è stata qual- che difficoltà per riadattarsi alla nuova situazione creata dalla na- zionalizzazione di scuole e altre opere; l’altra metà delle mis- sioni, a nord del lago di Cabora Bassa, rimaste senza missionari e distrutte completamente dal- l’incuria e dalla successiva guerra civile». Alcune missioni, diventate basi politiche e militari del Frelimo, furono bombardate dalla Re- namo che, stabilitasi definitiva- mente nella zona, creò un cor- done militare che per una doz- zina d’anni rese impossibile qualsiasi comunicazione tra le comunità e i missionari e la dio- cesi in generale. Finita la guerra civile e tornata la pace nel paese (1992), sono mancate le forze e la volontà «politica» per riprendere il la- voro in quelle missioni. Da una parte i missionari rimasti erano pochissimi, con le energie che venivano meno per l’età, e le congregazioni religiose non sono ritornate nelle loro antiche mis- sioni, a causa della crisi di voca- 20 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2011
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