Missioni Consolata - Maggio 2011

64 MC MAGGIO 2011 LIBANO Ci lasciamo Beirut alle spalle e costeggiamo per qualche chilo- metro una distesa di slum : edi- fici fatiscenti, con persone pove- rissime che lavorano davanti a negozi sporchi e ad officine al- trettanto malsane. Qualche chilometro più in là, ini- ziano le cittadine con case e vil- lette e campi coltivati. Sembra di essere passati da un mondo al- l’altro, in poco tempo. Tutto il Li- bano è così. Oltrepassiamo Sidone attraverso un check-point militare. Lungo il percorso, sfilano ai due lati della strada chiese e mo- schee, istituti islamici e cristiani, uno a fianco all’altro. Arriviamo a Tiro, dove ci aspetta il direttore locale dell’Unrwa, dalla quale dipendono per la so- pravvivenza tre campi profughi e 12 raggruppamenti illegali, per un totale di 95 mila profughi. «I perimetri dei campi sono ri- masti quelli degli anni ’50 - ci spiega il dirigente -. All’epoca ospitavano 7.000 rifugiati, ora in- vece ne hanno 29mila ciascuno. Ecco perché hanno dovuto svi- lupparsi verticalmente e in aree illegali, non riconosciute, dove vivono 73 famiglie (circa 300 per- sone). La restrizione nell’entrata di ma- teriali edili, mobili e del transito stesso dentro e fuori dal campo, crea gravi difficoltà per i palesti- nesi. Una recente ricerca svolta dall’Unrwa in collaborazione con l’università americana di Beirut, evidenzia un aumento esponen- ziale della povertà tra i profughi, in particolare a Tiro». Lasciamo l’ufficio dell’Unrwa e ci rechiamo a visitare il campo di Burj el-Shamaliy. All’ingresso troviamo un check- point di forze libanesi. Durante l’occupazione israeliana la po- stazione era un avamposto mili- tare, ma ora è utilizzato dall’e- sercito libanese per monitorare i residenti palestinesi. # Di fianco : bimbi all’asilo «Bambino felice». Sotto e altra pagina : asilo del campo Burj el-Barajneh.

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