Missioni Consolata - Maggio 2011
Il 19 maggio viene firmato l’«Accordo di associazione» con l’Unione europea. A San Fernando (stato messicano di Taumalipas), sono assassinate 72 persone, in gran parte migranti del Centro e Sud America. Tra le vittime 14 sono del Guatemala. Sandra Torres annuncia il divorzio dal presidente Colom per presentarsi alle elezioni: «Lascio mio marito per sposare il popolo». Sono in programma le elezioni presidenziali che eleggeranno il successore di Alvaro Colom. 2010 2010, 23 agosto 2011, 21 marzo 2011, settembre/novembre MAGGIO 2011 MC 57 E con l’Europa? «L’Unione europea ha cominciato a parlare di un accordo di libera associazione dallo scorso anno. Purtroppo, ci siamo accorti che - invece di un accordo di associa- zione che favorisca lo sviluppo del paese - si tratta anche in questo caso di un trattato di libero com- mercio 4 . Per molti di noi è stata una delusione. Due anni fa sono stato a Bruxel- les con una delegazione per par- lare dell’accordo. Ci dissero che loro avrebbero agito in modo di- verso dagli Usa: prima ci sarebbe stata una discussione a livello na- zionale sull’argomento, ma non è stato fatto; poi sarebbero stati formulati criteri per sviluppare programmi in favore del Guate- mala, ma non è stato fatto; da ul- timo, ci sarebbe stato un patto di libero commercio. Questo sì che è stato fatto!». RIGOBERTA E IL GENERALE I popoli indigeni costituiscono la maggioranza della popola- zione. Com’è la loro condizione nella società guatemalteca? «La maggioranza di essi è esclusa ed emarginata. Oggi c’è una legge che punisce la discriminazione. Ad esempio, Ri- goberta fu insultata (9 ottobre 2003) quando andò a testimo- niare contro Rios Montt. Le per- sone sono state condannate ma se la sono cavata pagando una multa. C’è anche una legge per la quale nelle scuole elementari si do- vrebbe insegnare nella lingua lo- cale. Adesso abbiamo professori che potrebbero farlo, ma che non hanno un posto dove insegnare perché lo stato dice di non avere i soldi necessari. Dunque, la situa- zione degli indigeni continua ad essere di sfruttamento ed emar- ginazione. Anche noi siamo stati criticati. Come mai - ci è stato detto - nella chiesa cattolica non c’è un vescovo di etnia indigena? È vero. Noi abbiamo cercato di avere un vescovo indigeno, ma i candidati presentati sono risultati non ido- nei alla carica. Si consideri che, fino al 1950, gli indigeni non potevano entrare in seminario. Non erano accettati. Dunque, finora non abbiamo for- mato sacerdoti indigeni con un’e- sperienza pastorale sufficiente per diventare vescovi. Ma stiamo cercando di rimediare. Anche i membri indigeni del Con- gresso della repubblica sono po- chissimi. Come sono pochissimi gli indigeni che rivestono cariche pubbliche». I numeri dicono questo. Tutta- via, quando - nelle presiden- ziali del 2007 - Rigoberta Men- chú Tum, maya e premio Nobel, si presentò come candidata, ot- tenne un misero risultato. Come mai? «Quando Rigoberta rese pub- blico il suo desiderio di presen- tarsi come candidata alle presi- denziali, uno dei nostri collabo- ratori le scrisse una lettera in cui si diceva che non era ancora il momento per un passo di questo tipo. Aspetta - le disse -; prepa- rati, comincia a percorrere le zone interne del paese, fatti co- noscere di più e così avrai un ap- poggio maggiore. Rigoberta pensò che noi della diocesi fos- simo contro di lei. Io le spiegai che era nostra intenzione appog- giarla, ma che le cose si deb- # I protagonisti della politica guatemalteca ( da sinistra a destra ): Alvaro Colom, presidente uscente; il candidato Otto Pérez Molina, generale in pensione; la signora Sandra Torres, moglie di Colom; Rigoberta Menchú Tum, la sola indigena tra tanti bianchi.
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