Missioni Consolata - Maggio 2011
I n Guatemala cambiano i pre- sidenti, ma non cambia la si- tuazione per l’80 per cento della popolazione. Impoveri- mento, diseguaglianze, violenza, distruzione ambientale, emigra- zione continuano ad essere le ca- ratteristiche dominanti del paese centroamericano. In vista delle elezioni presiden- ziali di settembre 2011, abbiamo incontrato mons. Alvaro Ramaz- zini, dal 1988 vescovo di San Mar- cos, dipartimento guatemalteco al confine con il Messico. DA UNA VIOLENZA ALL’ALTRA Mons. Ramazzini, come descri- verebbe il Guatemala del 2011? «Direi che è una società molto violenta. Abbiamo un tasso di omicidi altissimo: sono 16 le per- sone uccise ogni giorno. Si tratta di una situazione diversa da quella che abbiamo sofferto du- rante il conflitto. È una violenza legata alla presenza del narco- traffico, che occupa la parte Nord del paese ed anche la zona dove io vivo. È una violenza legata an- che ai gruppi che noi chiamiamo las maras . Molti dei giovani che compongono queste bande sono il risultato di famiglie disinte- grate. Essi non hanno avuto l’e- sperienza di essere amati e quindi hanno un odio molto profondo nei confronti della so- cietà, una società molto impove- rita. Prova di questo impoveri- mento è il fenomeno dell’emigra- zione. Sono migliaia i guatemal- techi che cercano di andare negli Stati Uniti attraverso il Messico. Con tutti i rischi che questo viag- MAGGIO 2011 MC 55 INCONTRO CON MONS. ALVARO RAMAZZINI, VESCOVO DI SAN MARCOS DI PAOLO MOIOLA GUATEMALA AL POTERE, PER CAMBIARE Finita la guerra, in Gua- temala è rimasta la vio- lenza. Una violenza che trova alimento nella di- seguaglianza. La ric- chezza è nelle mani di poche famiglie. Le mul- tinazionali minerarie devastano il territorio senza apportare bene- fici. Il latifondo produce per l’esportazione schiavizzando la mano- dopera locale, soprat- tutto indigena. In que- sta situazione, molti tentano di emigrare ne- gli Stati Uniti, correndo il rischio del sequestro o della deportazione. Di tutto ciò abbiamo par- lato con mons. Alvaro Ramazzini, molto duro nei confronti del go- verno e del Congresso guatemaltechi, deboli e lontani dalla gente. gio comporta. A parte la questione della vio- lenza, quella del Guatemala è una società molto polarizzata, fondata su un modello economico che non riesce a superare la di- suguaglianza economica, con la ricchezza concentrata nelle mani di pochi. È una società che non ha avuto il coraggio di promuovere una riforma agraria nel senso più profondo ed integrale. Una so- cietà con un vergognoso tasso di malnutrizione infantile: su 100 bambini da 1 a 5 anni di età, 49 soffrono di malnutrizione cronica. Tra le popolazioni indigene que- sto tasso aumenta fino al livello del 59%. Per questi bambini il fu- turo è buio». A proposito di emigrazione, quali sono i rischi a cui lei si ri- ferisce? «Nel 2010 ci sono stati oltre 10mila guatemaltechi sequestrati mentre cercavano di passare per il territorio messicano 1 . Ci sono bande che fanno pagare riscatti di 5-10 mila dollari. Senza dire delle donne violentate. Un solo fatto: lo scorso anno, a Tamaulipas, in Messico, furono ammazzati 72 migranti, dei quali
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