Missioni Consolata - Maggio 2011

IL RACCONTO DELLE NOZZE DI CANA (22) «FU INVITATO ALLE NOZZE ANCHE GESÙ CON I SUOI DISCEPOLI» «Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio» (Mc 5,17) a cura di Paolo Farinella, biblista Così sta scritto DALLA BIBBIA LE PAROLE DELLA VITA (56) MC RUBRICHE 24 MC MAGGIO 2011 GV 2,2: «FU CHIAMATO/INVITATO ALLE NOZZE ANCHE GESÙ CON I SUOI DISCEPOLI» (Eklêth ē de kài ho I ē soûs kài hoi math ē tài autoû eis ton gàmon). PARTE PRIMA I l versetto 2 del capitolo 2 di Gv è molto importante dal punto di vista narrativo perché si col- loca sul primo livello del racconto e vuole darci una informazione decisiva, molto più impor- tante di quella contenuta nel versetto precedente, che parla di un matrimonio dove «c’era là anche la madre»; capiremo il motivo più avanti. Il vangelo di Giovanni inizia con il grande prologo (Gv 1,1-18) in cui si descrive non la nascita carnale, come fanno i Sinottici (Mt 1-2 e Lc 1-2), ma la «preesistenza» del Lògos , considerato in se stesso, cioè nella sua eternità che però si relativizza nel mondo in cui «il Lògos carne fu fatto» (Gv 1,14). Poi prosegue con l’attività di Giovanni il battezzante che culmina nel battesimo nel Giordano (cf Gv 1,19-34) e prosegue con la presentazione dei discepoli di Giovanni, che sono curiosi di conoscere chi è Gesù fino al punto che alcuni lo frequentano e infine lo seguono (cf Gv 1,35-51). PREPARARSI A UN INGRESSO Per tutto il capitolo primo del quarto vangelo, Gesù appare nello sfondo, dapprima come invisi- bile nella condizione di « Lògos » e poi nella storia come figura incerta, non definita: è un as- sente presente. Tutto il capitolo primo, infatti, è solo una preparazione all’ingresso ufficiale di Gesù che viene a inaugurare la sua attività di rabbi itinerante, portatore di una novità e un senso nuovo. Gesù infatti entra in scena, anzi irrompe nel racconto evangelico in Gv 2,2: «Fu chia- mato/invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli». Ecco il primo passo della rivelazione nuova della nuova alleanza che, a sua volta, è ancora preceduto da Gv 2,1, che ci offre due infor- mazioni circostanziali, cioè secondarie, per predisporci più profondamente e intimamente al so- lenne ingresso di Gesù nella storia della salvezza. L’autore indugia a lungo, parte da lontano, quasi avesse timore di precipitare gli eventi e rallenta la scena perché vuole mettere in contrasto due presenze e due funzioni: da una parte lo sposali- zio e la madre, dall’altra il Figlio con i discepoli. Il greco usa il verbo aoristo indicativo passivo, che in italiano corrisponde al passato remoto passivo: «Fu chiamato/invitato anche Gesù». È la prima notizia importante che l’autore vuole comunicarci dall’inizio del vangelo. Qualcuno po- trebbe obiettare che anche in Gv 2,1 c’è un aoristo indicativo medio che in italiano si rende sem- pre con il passato remoto. Anche qui il verbo dovrebbe indicare la linea principale della narra- zione: «Nel terzo giorno uno sposalizio avvenne a Cana di Galilea» (Bibbia-Cei 2008: «vi fu»). L’obiettore avrebbe ragione se non fosse per il fatto che il passato remoto di Gv 2,1 non è a inizio di frase, ma in greco è collocato esattamente dopo «sei» parole e quindi perde il valore di narra- tivo verbo principale, cioè non si colloca nella linea primaria del racconto che avrebbe mante- nuto, se fosse stato collocato all’inizio della frase. La notizia dello sposalizio pertanto è di na- tura secondaria e si pone sullo stesso piano di quella che descrive la presenza della madre per la quale si usa il verbo all’indicativo imperfetto: «C’era là la madre». L’IMPORTANZA DELLA LINGUA E DELLE PAROLE Dal punto di vista linguistico, il passato remoto «avvenne», posto dopo sei parole e l’imperfetto «c’era» hanno lo stesso valore temporale, perché le due notizie hanno lo scopo di preparare l’e-

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