Missioni Consolata - Maggio 2011

18 MC MAGGIO 2011 che si è creato e non si cono- scono i legami di questo con i partiti politici che hanno boicot- tato le elezioni. «Se ci deve essere dialogo, oc- corre ancora capire su cosa ne- goziare e perché». UNA LINGUA, PIÙ LINGUE In Burundi la lingua kirundi è parlata da tutti e unisce tutti. Viene parlato anche il kiswahili, come lingua commerciale, ma non è originaria della zona. La radio trasmette il 70% dei programmi in kirundi e altri in francese e in kiswahili. Ora si sta attrezzando anche per emis- sioni in inglese, in quanto il paese fa parte della Comunità degli stati dell’Africa dell’Est ( East African Community , Eac), paesi anglofoni. Isanganiro tra- smette anche in diretta sul web ( www.isanganiro.org ) e quindi può essere ascoltata dai numerosi burundesi della diaspora. LIBERTÀ DI STAMPA Il direttore è positivo sulla li- bertà di espressione e di stampa nel suo paese. Lo dice in un momento in cui Jean- Claude Kavumbagu, direttore funzionamenti: «Vogliamo ap- poggiare l’attuazione della giu- stizia, perché il Burundi ha cono- sciuto un passato drammatico, e forse la comunicazione su que- ste piaghe può fare emergere ancora violenza. Siamo per la Commissione verità e riconcilia- zione, ma occorre che i burun- desi siano pronti a “consumare” queste verità». ELEZIONI «DIFFICILI» Ma se parliamo di politica, in particolare di elezioni (vedi box ), il direttore si rivela molto diplo- matico. «Il processo elettorale è stato influenzato da una escalation verbale violenta e a volte da vio- lenze vere, ma globalmente le elezioni si sono svolte bene. Il problema è che un gruppo di partiti politici si è ritirato, e oggi non riusciamo a valutare tutti gli aspetti negativi di questo fatto. Ci sono rischi di un “ri- torno indietro”. Lo dico basan- domi sui casi di assassinii che sono ormai regolari. Non c’è un giorno in cui non si parla di furti, uccisioni o attacchi da parte di gente che si dice affi- liata ai movimenti che hanno di- sertato le elezioni. Dall’altra parte c’è un potere che ha vinto tutto con le elezioni e non vuole cedere di nulla, è legittima- mente installato al potere per cinque anni. È una situazione di non dialogo, nella quale l’avve- nire non è senza preoccupa- zioni». Nel momento in cui scriviamo non ci sono rivendicazioni chiare del movimento violento detto alla radio non era così ne- gativo come pensava e avrebbe potuto aiutare ad avvicinare le posizioni dei belligeranti». MEDIA PER LA PACE Una radio per far incontrare la gente, per riconciliare e chiu- dere le ferite aperte dai massa- cri. Al contrario di quello che era stata Radio mille colline in Rwanda nel 1994 e altri media in Costa d’Avorio dopo l’inizio della crisi del 2002, che lavora- rono per dividere la nazione. Radio Isanganiro ha iniziato a trasmettere durante la guerra, una situazione in cui l’informa- zione è particolarmente sotto controllo. «Ora si può dire che siamo in un sistema democra- tico, i diritti umani sono relati- vamente rispettati, ma le sfide restano intere. A parte il fatto che non c’è guerra aperta, non ci sono grandi differenze con i primi anni: il problema della fame è sempre presente, il defi- cit di educazione e di accesso alla salute sono sempre attuali. Anche la libertà di espressione non è totalmente garantita. Tutti questi sono cantieri sui quali la radio deve continuare a lavorare e facciamo tutto per accompa- gnare l’azione di sviluppo del nostro paese». Il Burundi sta affrontando un cammino difficile, dove l’incontro deve passare anche attraverso percorsi di giustizia. Radio Isan- ganiro vuole risvegliare la co- scienza del cittadino e mettere chi gestisce davanti alle sue re- sponsabilità, sorvegliare l’azione di governo denunciando i mal- BURUNDI continua da pag.15

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