Missioni Consolata - Maggio 2011

terno, ma impresentabili al di fuori. La pretesa è che il mondo non veda e non giudichi, in cam- bio di possibilità d'investimento e l'apertura a un turismo sovente equivoco e diseducato, negativo per l'immagine del paese almeno quanto la rapacità degli impren- ditori locali e dei palazzinari che vanno devastando, con convinta gradualità, le coste un tempo splendide della terraferma e delle isole. Bangkok resta un cantiere pe- renne e a stupire per primi gli operatori turistici locali e stra- nieri è lo spuntare continuo di al- berghi e centri commerciali, ve- loci nella edificazione quanto anarchici nell'inserimento urba- nistico. SESSO A PAGAMENTO, UN MERCATO SEMPRE FIORENTE In un momento di evidente diffi- coltà economica, con un turismo che tiene (per l'ascesa degli arrivi di indiani, cinesi, coreani e russi a scapito dei tradizionali clienti eu- ropei e giapponesi), le statistiche ufficiali e gli imprenditori fingono che tutto vada a gonfie vele. La tenuta riguarda soprattutto la marea di turisti indirizzati verso il «Paese del sorriso» dalla dispo- nibilità di servizi sessuali sotto varie forme ma tutti, ugualmente, all'insegna dello sfruttamento della persona e della disatten- zione (interessata) delle autorità. Tra parentesi, la maggior parte della «materia prima» di cui si nutre questo mercato (che coin- volge fino a due milioni di thailan- desi) proviene, non a caso, dalle regioni dove più alta è la densità di Camicie rosse e di seguaci di Thaksin Shinawatra. Sono le re- gioni orientali, quelle che ospi- tano una vasta popolazione impo- verita e senza prospettive che forniscono a Bangkok e ai centri più o meno decaduti del turismo internazionale non soltanto le ri- sorse alimentari necessarie, ma anche le persone-oggetto, la cui età media tende ad abbassarsi in misura inversamente proporzio- nale allo spessore della crisi. Non c'è stata una sola volta, nei cinque anni in cui chi scrive ha posto la sua base lavorativa in Thailandia, che sui giornali si sia dibattuto del fenomeno e della sua entità, sulle sue ragioni e sulle possibilità di intervenire per limitarlo, almeno. Il sesso è una merce, disponibile ovunque, come il riso sulle tavole dei thai- landesi e come esso sottoposto solo alle regole del mercato, ma mai messo in discussione o su- bordinato alla ricerca di alterna- tive, in questo caso di istruzione e di un lavoro dignitoso, sufficien- temente retribuito. Davanti a questo che, per un paese «normale», sarebbe causa almeno di imbarazzo e sottoposto a tentativi di soluzione, sia in ter- mini di opportunità, sia di perse- cuzione di chi sfrutta questa si- tuazione, stranieri e tutori del- l'ordine inclusi, le sue élite mo- strano un disinteresse a cui si op- pongono con poche risorse Ong locali e internazionali. Su uno stesso livello si può porre l'uso di alcoolici, che fanno della Thailan- dia il paese meno astemio dell'A- sia e insieme quello con il più alto numero di decessi correlati all'al- cool nel continente. MAGGIO 2011 MC 13 MC ARTICOLI # Immagini degli scontri del maggio 2010. Sopra, a sinistra: confronto davanti ad una caserma tra manifestanti in camicia rossa e militari; a destra: benedizione buddhista dei manifestanti (davanti ad un ritratto del re in abito monastico); a lato: un camion con il programma di lotta dei manifestanti. # Pagina precedente: scontri e barricate nelle strade.

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