Missioni Consolata - Maggio 2011

tri (il giapponese Hiro Muramoto e l'italiano Fabio Polenghi), resta ancora in buona parte da chiarire. Nell'ultimo anno, il paese, vasto una volta e mezza l'Italia e con 65 milioni di abitanti, ha mantenuto le sue divisioni e se possibile le ha approfondite. Pochi sono stati i cambiamenti, se non in termini repressivi, che potrebbero impe- dire una sollevazione e un bagno di sangue di dimensioni ancora maggiori. A dimostrarlo la cam- pagna dinamitarda che colpì Bangkok e le regioni nordorien- tali del paese dopo la repressione e fino ad autunno inoltrato. Un susseguirsi di azioni che potreb- bero indicare una strategia della tensione rientrata quando la si- tuazione è apparsa maggior- mente sotto il controllo delle au- torità, oppure che la protesta ha una struttura in grado di pianifi- care e mettere in pratica anche atti violenti. In quest'ultimo caso, suggerito da una serie di altri elementi, azioni di tipo terrori- stico potrebbero riaffacciarsi in qualunque momento. Negli ultimi mesi sono andate crescendo di entità e frequenza le proteste organizzate dal «Fronte unito per la democrazia contro la dittatura» (il nome formale del movimento delle Camicie rosse) mirate insieme a chiedere le di- missioni del governo guidato da Abhisit Vejjajiva, nuove elezioni e la liberazione dei leader in car- cere (senza processo) dal maggio 2010. Iniziative pacifiche e colo- rite, con una crescente carica po- litica in vista del voto che do- vrebbe situarsi tra giugno e luglio 2011, di fatto a soli tre-quattro mesi dalla scadenza naturale della legislatura. Le recenti manifestazioni, rese possibili dalla fine della legge marziale (inizialmente imposta a buona parte del paese e poi rima- sta in vigore a Bangkok e nelle province limitrofe sino a fine anno), hanno portato in piazza decine di migliaia di manifestanti e hanno incentivato la liberazione dei sette maggiori leader della protesta, accusati di terrorismo. L'obiettivo più importante a breve termine è stato dunque raggiunto ma, mentre un buon numero di capi del movimento e della rivolta restano alla macchia in Thailan- dia e in Cambogia, esso cerca nuove strade e si dà nuovi obiet- tivi sul medio termine, con quello finale dichiarato di un cambia- mento radicale della società thai- landese ovvero la fine del domi- nio dei gruppi elitari e la presa del potere da parte delle classi meno privilegiate. Debolezza principale delle Cami- cie rosse è la loro mancanza di coesione. Se i principali obiettivi sono simili per tutte le sue com- ponenti, strategie e interessi im- mediati possono anche essere di- versi. Per non parlare dei partico- larismi locali e di leadership . Inoltre, se la maggioranza del movimento ha metodi e scopi pa- cifici, non manca al suo interno chi è convinto che un vero cam- biamento non potrà esserci se non attraverso una lotta violenta. La repressione governativa ha accentuato questa convinzione. La sensazione è che il peggio po- trebbe ancora venire proprio in occasione di una campagna elet- torale che il governo, espresso dal Partito democratico (a sua volta sostenuto dalle «Camicie gialle», movimento nazionalista e filo-monarchico), ha cercato di MAGGIO 2011 MC 11 MC ARTICOLI # Un corteo delle «Camicie rosse» nella capitale Bangkok. 2005, fine - Le elezioni danno il secondomandato conse- cutivo a Thaksin Shinawatra, magnate delle comunicazioni. Il risultato non viene accettato da- gli oppositori e a Bangkok si mo- bilitano le Camicie gialle, movi- mento nazionalista e filomonar- chico, che sostiene il Partito de- mocratico, sconfitto alle elezioni. 2006, 19 settembre - Mentre Thaksin si trova a New York per partecipare alla riu- nione dell'Assemblea Onu, i mili- tari effettuano un colpo di stato incruento che suscita la simpatia della popolazione della capitale. 2007 - Dopo un referendum, viene promulgata la nuova Co- stituzione. 2007, dicembre - Le ele- zioni vedono la vittoria del «Par- tito del potere popolare» che si rifà all'esperienza del disciolto Thai Rak Thai («Thai che amano i thai») di Thaksin. 2008, settembre - Le Ca- micie gialle occupano gli aero- porti della capitale. 2008, dicembre - Una sentenza della Corte Suprema condanna per brogli elettorali decine di esponenti del «Partito del potere popolare», tra cui quasi tutti i membri del go- verno. 2008, dicembre - Il Par- tito democratico prende il po- tere senza una chiamata alle urne e il suo presidente, Abhisit Vejjajiva diventa primo mini- stro. I superstiti parlamentari legati a Thaksin danno vita al Puea Thai, oggi maggiore par- tito di opposizione. Con ruoli in- vertiti, si sviluppa ora la prote- sta delle Camicie rosse. 2010, marzo/maggio - Adecine di migliaia scendono su Bangkok, inizia un braccio di ferro drammatico con le auto- rità che finirà con la repres- sione dei manifestanti il 19 mag- gio 2010. LA CRONISTORIA: ALCUNE DATE SIGNIFICATIVE

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