Missioni Consolata - Dicembre 2010

N ell’ultimo anno in Italia il numero dei poveri è dram- maticamente cresciuto: 560 mila in più rispetto al- l’anno prima. Ai poveri di sempre: donne sole con bambini, anziani, immigrati, si sono aggiunti gli ita- liani senza lavoro. Sono questi i dati del rapporto Caritas-Fondazione Zancan 2010. In totale le persone che vivono in povertà nel nostro paese sono 8 milioni e 370 mila. Come è risaputo, la povertà colpi- sce soprattutto le regioni del Sud, le famiglie numerose o mono paren- tali, chi ha bassi livelli di istruzione, tuttavia, afferma il rapporto, «sem- pre più famiglie, in cui uno o più membri lavorano, sono povere». Rientrano ormai nella galassia della povertà relativa le persone «impoverite», che pur non essendo povere, vivono in una situazione di forte fragilità economica; persone che, a causa della crisi, hanno do- vuto modificare, in modo anche so- stanziale, il proprio tenore di vita, privandosi di beni e servizi, di cui precedentemente usufruivano. L’impatto psicologico di questa ca- duta verso il basso è drammatico: aumento della conflittualità fami- gliare, della violenza domestica e della dipendenza da alcool e gioco d’azzardo. G li oltre 150 osservatori dioce- sani delle povertà e gli altri centri di ascolto, attivati sul territorio dal mondo del volonta- riato, registrano un incremento del 25% del numero di persone che chiedono aiuto, un aumento che in- teressa in uguale misura tutte le re- gioni d'Italia; gli utenti sono sempre meno singoli individui e sempre più interi nuclei familiari, mentre gli ita- liani sono sempre più numerosi: il 40% in più, nell’ultimo anno. Il rapporto Caritas-Zancan lo con- ferma: la crisi sta falciando posti di lavoro e aggredisce il potere di ac- quisto non solo delle fasce sociali deboli, ma anche di coloro che ave- vano un tenore di vita decoroso. A dispetto delle rassicurazioni pro- fuse dai rappresentanti del governo, la crisi c’è e ormai si vede. Finora il risparmio delle famiglie, tra i più elevati in Europa, ha con- sentito di far fronte alle difficoltà economiche, ma ormai il fieno ac- cumulato in cascina con tanti sacri- fici, soprattutto dai nostri padri, si sta esaurendo. I più colpiti dall’incertezza sono i giovani, la cui disoccupazione au- menta più rapidamente di quella degli adulti. Secondo un recente studio di Eurostat intitolato Sharp increase in unemployment in the Eu , l’Italia è il paese in cui più mar- cato è il differenziale tra disoccupa- zione generale e disoccupazione giovanile. Quest’ultima raggiunge ormai il 26,8% (il 29% nel caso delle ragazze) rispetto a una media dell’8,4% tra gli adulti. Nel nostro paese, un giovane su quattro non ha lavoro, c’è da chiedersi come potrà costruirsi una famiglia, avere dei figli, inse- rirsi nel contesto sociale, sfug- gire al disagio. M a di questo la classe poli- tica sembra preoccuparsi solo a parole, nei fatti si ta- gliano i fondi e si chiudono i pro- getti che potrebbero offrire ai gio- vani un minimo di sicurezza eco- nomica: dalla stabilizzazione dei precari al reddito d’inserimento. In aggiunta, tutti i fondi con desti- nazione sociale sono stati falcidiati dalle ultime finanziarie: quello per le politiche giovanili, per il servizio civile, le pari opportunità, gli asili nido, ma anche i fondi per la fami- glia, l’immigrazione e la non auto- sufficienza. La Social Card , sbandierata come rimedio universale, non ha funzio- nato: secondo il rapporto Caritas- Zancan, offre un sollievo tempora- neo a pochi, ma non garantisce una fuoriuscita dignitosa dalla po- vertà. I poveri sono davvero troppi in un paese in cui le risorse economiche sono saldamente concentrate nelle mani di pochi: secondo i cal- coli dell’Istat e della Banca d’Italia, il 10% delle famiglie detiene il 26,3% del reddito totale e il 45% di tutta la ricchezza. L’1% delle fami- glie più ricche possiede una ric- chezza pari a quella del 60% delle famiglie meno abbienti. L’Italia, assieme all’Inghilterra e all’Estonia, è tra i paesi europei con più forte ineguaglianza sia nei redditi che nelle retribuzioni. Forse bisognerebbe cominciare a ragionare non solo di povertà, ma di ingiustizia. www.bancaetica.com ITALIANI SEMPRE PIÙPOVERI Aumenta la schiera dei nuovi poveri nel nostro paese. Si aggiungono nuove categorie di «impoveriti». Intanto il governo rassicura a parole, e taglia i fondi per il sociale. Eticamente di Sabina Siniscalchi, Fondazione Culturale Responsabilità Etica PERSONA, ECONOMIA, FINANZA 64 MC DICEMBRE 2010 MC RUBRICHE

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