Missioni Consolata - Dicembre 2010
minile, cosa molto difficile vista la carenza dello stesso (4) . Si è inoltre parlato di discriminazioni verso i pakistani non-musulmani (cristiani ed hindù) nella distri- buzione degli aiuti. Cosa certa- mente da stigmatizzare (ove, come pare, sia confermata) (5) , ma che - purtroppo - capita fre- quentemente nelle società dise- guali, con molti soggetti più de- boli. Un esempio ci è stato of- ferto anche dagli Stati Uniti all’e- poca - era il 2005 - dell’uragano Katrina. È risaputo che gli afroa- 52 MC DICEMBRE 2010 PAKISTAN AHMAD EJAZ, GIORNALISTA PAKISTANO PREGIUDIZI E VERITÀ A hmad Ejaz è un pakistano da molti anni in Italia. Giornali- sta, è caporedattore di Azad (Libertà), rivistamensile in lingua urdu distribuita in 5.000 copie nei phone centers e nei negozi pakistani. Abbiamo sentito Ejaz subito dopo un tragico fatto di cronaca. Ejaz, come spiegare agli italiani - spesso impreparati, prevenuti, aiz- zati o usati - l'omicidio della donna pakistana di Novi Modena (3 otto- bre) e quello, quasi identico, di Hina Sallem a Brescia nel 2006? «La donna di Novi è stata uccisa da un uomo ignorante di nazionalità pakistana. Lui fa parte di una cul- tura limitata e crudele che non ha niente a che fare con la cultura mil- lenaria pakistana. Padre e figlio non hanno ucciso soltanto la pro- pria moglie o madre, ma hanno tolto la vita ad una persona. Men- tre la figlia, la povera Nosheen, sta in coma. Nel gennaio 2005, a Bolo- gna, un pakistano di nome Hafiz aveva ucciso Silvia de Paolis; nel 2006 Hina Saleem e adesso Shah- naz Begum. Pochi sanno che questi tre uomini vengono dalla stessa re- gione del Pakistan». Come comportarsi davanti a questi fatti? E soprattutto cosa fare? «Bisogna aprire un dibattito all’in- terno della comunità pakistana. Lo so che anche gli italiani uccidono le proprie donne, ma io vorrei salvare altre possibili vittime dei maschi pakistani confusi che hanno scelto di vivere in Italia. Per questo, bisogna creare nuove figure tra gli immigrati: persone che facciano da leader o mediatori per spiegare la cultura italiana e per capire la propria. Occorrerebbe anche cambiare la legge sulla cittadinanza: lo stra- niero che nasce in Italia deve es- sere cittadino italiano . Così le se- conde generazioni potrebbero avere un po’ più di libertà nelle loro scelte. Inoltre, dovremmo dare più importanza al giornalismo et- nico, per parlare con le prime gene- razioni. In Italia, tra l’altro, ancora non esiste un numero verde per sal- vare le ragazze costrette ai matri- moni combinati e non esiste un uffi- cio internazionale che tuteli i loro diritti». Le inondazioni hanno devastato il tuo paese. Ma gli italiani non sono stati generosi come in altre occa- sioni… «Hai ragione: è stato tempestivo ed intenso l’aiuto dell’Italia per Haiti, mentre non è stato così per il mio paese. Ci sono diversi pregiudizi verso il Pakistan. Dopo l’11 settem- bre, il Pakistan è stato sempre pro- tagonista per il suo ruolo, sia posi- tivo che negativo, nella guerra al terrorismo. Si pensa pregiudizial- mente che noi aiutiamo i talebani, ma allo stesso tempo siamo i più grandi alleati degli Usa. In realtà, le nostre frontiere sono calde e il nostro esercito non le controlla tutte. Al Nord vigono le leggi tri- bali: questo significa che in alcune zone del Pakistan ci sono stati li- beri come San Marino in Italia. Nel Nord del paese il problema non dei problemi, è facile prevedere che la polveriera Pakistan occu- perà per molto tempo i notiziari in- ternazionali. Quanto alle recenti alluvioni, è da dire che la situazione è stata resa ancora più difficile dalle tradizioni - sociali e religiose - vigenti presso le popolazioni colpite. Ad esempio: le donne vittime dell’alluvione po- tevano (e possono) essere visitate soltanto da personale medico fem- Condanna la pratica e la violenza dei «matrimoni combinati». Chiede che si dia più spazio al «giornalismo etnico». Difende il suo paese, ma ne condanna i dittatori e i fondamentalisti. Sulla questione della convi- venza ha un’idea precisa, anche perché lui, Ahmad Ejaz, ha sposato una donna italiana. # Pagina seguente: nel luogo di ristoro, si prepara e distribuisce il thé. # Nel riquadro qui sotto: Ahmad Ejaz, giornalista pakistano, sposato con un’italiana; a lato, una prima pagina di Azad, mensile in lingua urdu pubblicato in Italia.
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