Missioni Consolata - Dicembre 2010

MC I GUARDIANI DELLA TERRA ci dà da mangiare, ci dà la vita. E noi dobbiamo difen- derla. Noi siamo i “guardiani della Terra”». Il discorso che Daris fa davanti alle sue compagne è appassio- nato. Bisogna tradurlo tre volte, in spagnolo e nei due principali dialetti u’wa. «Vi chiedo: cosa stiamo pen- sando di lasciare ai nostri figli? Io non vivo fuori dal mondo, so che il denaro serve. Ma quando la terra non darà più frutti, l’acqua sarà troppo contaminata, le sementi troppo stanche per crescere, che pensiamo di fare? Qual è il nostro progetto? Questa è la grande tristezza che noi proviamo. Per questo noi cantiamo molto per la Madre Terra, per cercare di lenire il suo dolore, che in questo tempo è grande. Noi u’wa siamo stati incaricati di proteggere la terra, l’aria, l’acqua. Per questo, siamo in un processo di lotta e resi- stenza». Ecco dunque che il «progetto» u’wa si mostra in tutta la sua lungimiranza. Viene descritto con il loro lin- guaggio, che è colori ed immagini. Ma la proposta po- litica è molto chiara: bisogna smetterla di alimentare questo sistema economico irrazionale ed iniquo. Biso- gna smetterla di martoriare la Terra. Il discorso di Daris spinge le donne ad aprirsi e a per- dere la naturale timidezza che le contraddistingue. Ci chiedono di visitare le loro abitazioni nascoste nella u’wa. La fondazione Ambaya vuole da una parte raf- forzare il ruolo delle donne e dall’altra, difendere i va- lori, i principi e i significati ancestrali della cultura u’wa trasmettendoli alle nuove generazioni. «Per noi i bambini sono un dono e il nostro futuro: noi donne abbiamo il ruolo fondamentale di trasmettere i sa- peri, le conoscenze che fino ad oggi ci hanno per- messo di difendere il nostro mundo–centro (centro del mondo, il territorio u’wa) e difenderlo», dice an- cora Daris, dimostrando, col suo progetto e la sua de- terminazione, il grande coraggio che possiede. Le donne u’wa riunite nella Casa de la sabiduria («Casa dei saperi») sono almeno un centinaio, alcune venute a piedi da comunità lontane tre giorni di cam- mino. Si distinguono fra loro le differenti tribù: kuwa- r’uwa, tigria’s, aguablanca come nuclei principali. La grande capanna che ci riunisce è fresca ed acco- gliente, e negli angoli, intimiditi, i bambini filano il fi- que per fare le chacaras 4 con la testa bassa, lancian- doci ogni tanto uno sguardo divertito. Daris ci illustra le attività e ci fa vedere la piccola sar- toria che permette ad alcune donne u’wa di farsi dei vestiti per poter andare al mercato a barattare og- getti artigianali per qualche alimento, sale e frutta per lo più. LA «MADRE TERRA» E LA LUNGIMIRANZA DEGLI U’WA «Se voi siete qui fate parte del nostro pensiero – ci dice -. Sono più di sessant’anni che noi u’wa combat- tiamo per difendere la nostra cultura e più di 500 per la nostra sopravvivenza. La Madre Terra ci dà tutto, Sopra: Berito e Daris sulla Marmolada, in Trentino, mentre eseguono il rito sacro di protezione dei ghiacciai. Pagina precedente: una bella immagine di Daris Maria Christanco. DICEMBRE 2010 MC 37 Berito dalla Marmolada canta anche per il «suo «Cocuy, la montagna sacra degli u’wa, parte del “ mundo-blanco ”», il mondo dei ghiacciai. Perché i ghiacciai del mondo «sono le nostre riserve di me- moria». Poi ci sono i fiumi, che sono le loro parole. Che vengono portate fino a yakurà , la Madre Mar, il mare. Sono i discorsi del mondo, le canzoni della Terra. Noi non possiamo interromperli. Ma Berito non è solo un saggio cantante. Il suo messaggio è chiaro: «Voi pensate che il denaro sia tutto. Bene: mangiate il vostro denaro. Se volete, fatevi un mondo tutto vostro, e vendetevelo. Ma non pen- sate di poter vendere le montagne, che sono la nostra memoria; le terre, che ci danno da man- giare; le acque, senza le quali non c’è vita. L’uomo ha dei limiti e lo deve imparare. Noi non cammi- niamo sui ghiacciai perché “non si può”». Discorsi che hanno trovato ascolto. In chi era pre- sente all’incontro per festaggiare la piccola grande battaglia vinta in Cassazione, contro la co- struzione di una funivia sulla Marmolada. E in altri - la Provincia di Trento e vari comuni trentini (Trento, Cles, Tuenno, Tassullo, Moena) - che hanno soste- nuto la lotta u’wa in nome di una «fratellanza delle montagne». Battaglie simili, percorsi che uniscono: la Marmolada delle Dolomiti al Cocuy delle Ande. Perché Berito lo sa: le montagne, i ghiacciai, par- lano fra loro. Fr.Ca.

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