Missioni Consolata - Dicembre 2010

dossare la divisa; fin da quando era in attesa del primogenito si augurava che non gli toccasse questa sorte e continua a spe- rarlo per Or, il figlio minore. Vor- rebbe per loro e per tutti i ra- gazzi di Israele, ebrei e arabi, un destino di pace, di armonia, senza kamikaze , senza missili, senza muri. Proprio perché si realizzi questo sogno ha dato vita alla Fonda- zione che comprende, oltre al Teatro, Shalom Lecha Salaam Radio Program , un programma radiofonico realizzato e condotto, insieme, da ragazzi israeliani arabi ed ebrei; il Progetto Co- muna, che prevede un anno di servizio civile nella Fondazione; il Centro ecologico per la Pace e la Squadra di calcio United Co- lours of Galilee ... SOGNANDO AD ALTA VOCE Secondo la mistica ebraica un sogno pronunciato a voce alta è destinato ad avverarsi, perciò Angelica continua a sperare e a lottare con determinazione. Mentre parlava sulla parete scorrevano le immagini di un do- cumentario che proponeva un’intervista ad Angelica, ai suoi ragazzi e immagini di Beresheet , lo spettacolo diventato il simbolo del Teatro dell’Arcobaleno. Si vedevano i ragazzi entrare in scena indossando abiti bianchi e una maschera: mimavano la condizione dell’umanità, vittima dell’ignoranza e della paura, che gradualmente scopre la sua identità. I ragazzi si liberavano così delle maschere, degli abiti tutti uguali, ma dall’identità ri- trovata nasceva il desiderio di prevaricazione su chi ora, senza maschera, appariva «altro, di- verso, nemico». Poi faticosa- mente emergeva la scoperta della comune dimensione umana che affratella nella diver- sità. Nella mia mente riemerge il ri- cordo di quando Beresheet è stato rappresentato nell’audito- rium del mio liceo. La rappre- sentazione ebbe luogo l’8 mag- # «Quando si togle la maschera, si comincia a vivere insieme», insegna Angelica Calò Livné. MC ARTICOLI

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