Missioni Consolata - Dicembre 2010
ISRAELE 20 MC DICEMBRE 2010 un tempo di silenzio, dopo il quale ha invitato tutti i ragazzi a esprimere a loro volta quello che per loro era il valore più impor- tante. È stato emozionante ascoltare quei ragazzi, spesso conosciuti soprattutto per le loro trasgres- sioni, parlare di amicizia, affetti familiari, solidarietà... Un rappresentante dell’ammini- strazione comunale di Roma, che accompagnava gli studenti e che aveva sempre espresso la sua simpatia per la causa pale- stinese, ha chiesto a Yotam come mai un giovane come lui, così dolce e sensibile, non facesse l’obiettore di coscienza. Yotam ha risposto raccontando quello che ha chiamato l’aned- doto della barella: «Nell’esercito quattro soldati portano sulle spalle una barella e devono mar- ciare per molti chilometri sotto un sole cocente in territori im- pervi, seguiti da una lunga fila di soldati. Quando il dolore alla spalla si fa insostenibile il sol- dato alza una mano e dalle fila retrostanti uno prende il suo po- sto. Il ferito - dice Yotam - che viene portato sulle spalle è il po- polo ebraico, in Israele e nel mondo, ma siete anche un po’ tutti voi minacciati dal terrori- smo internazionale... Io devo es- sere pronto a sostituire chi è in difficoltà». L’assessore al termine del sog- giorno affermò di continuare ad avere a cuore la causa palesti- nese, ma ammise anche di ca- pire Israele. Angelica non avrebbe voluto che i suoi figli fossero costretti a in- # Muri da abbattere anche con il teatro. ascoltato in silenzio, poi, a sua volta è salita sul palcoscenico e ha dato sfogo a tutto ciò che ha visto, le macerie, il sangue, i corpi mutilati… A quel punto Sharif, ragazzo arabo cristiano, le si è avvicinato e le ha chiesto di poterla abbrac- ciare: tutti hanno seguito il suo esempio creando intorno a Mor un abbraccio di solidarietà e amore. Mor non è più partita. SIAMO TUTTI IN BARELLA L’altro episodio ha riguardato un gruppo di studenti di una scuola professionale romana, poco mo- tivati e assai indisciplinati, per i quali Angelica ha accettato di or- ganizzare in Israele una setti- mana di approfondimento della cucina multietnica mediorien- tale. I ragazzi hanno partecipato con estrema attenzione e ina- spettato senso di responsabilità, facendo amicizia con i ragazzi del Teatro dell’Arcobaleno. Il momento culminante è stato quello in cui Yotam, uno dei quattro figli di Angelica, che era in quel periodo nell’esercito, ha letto la poesia di Erri De Luca, « Considero valore », e ha chiesto
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