Missioni Consolata - Dicembre 2010
vere e depresse del mondo, si- gnifica condannarle alla miseria assoluta. D’altra parte non pos- sono esporre fisicamente il loro personale, straniero o locale, ai rischi dell’insicurezza. Anche i finanziatori principali dei progetti di cooperazione stanno riducendo gli investimenti in quelle zone, poiché non sussi- stono le condizioni minime ne- cessarie per le realizzazioni. E mentre i turisti non si vedono più da tempo e le Ong abbandonano quelle aree, le forze militari francesi e americane s’instal- lano, in barba alla sovranità dei paesi ospiti. Il pretesto è garan- tire l’incolumità degli europei che continuano a lavorare nel campo dell’estrazione delle ma- terie prime (petrolio, uranio, oro, ecc.), attività che non hanno su- bito nessun rallentamento. L’ECONOMIA LOCALE A PICCO Le condizioni d’insicurezza, gli allarmismi delle ambasciate eu- ropee in Africa e la grande enfasi mediatica data agli atti di terro- 16 MC DICEMBRE 2010 TERRORISMO duro prezzo la destabilizzazione socio-politica delle regioni in cui abitano. I gruppi di Aqmi minacciano gli stranieri nelle aree dell’imme- diato Sud del Sahara, il Sahel, che siano essi operatori delle Ong o impiegati delle multina- zionali minerarie. Cercano così di scoraggiarne la presenza, per isolare la regione e trasformarla nella nuova roccaforte del terro- rismo islamico. Nel momento in cui scriviamo sono sette gli ostaggi (cinque occidentali e due africani) in mano al movimento terrorista, imprigionati in qual- che anfratto delle colline roc- ciose del Nord del Mali. Rapiti a metà settembre nei pressi di Ar- lit (Nord Niger), sono dipendenti di Areva, il gigante francese del nucleare civile. Areva ha grossi interessi nelle miniere di uranio in Niger. Intanto le Ong, che per deontolo- gia devono essere vicine alle po- polazioni più bisognose, si tro- vano di fronte a scelte difficili. Da una parte lasciare sole le comu- nità di queste zone, tra le più po- # In alto: ritratto di un allevatore peulh del Niger. # Di fianco: tipico spadone utilizzato da peulh e tuareg.
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