Missioni Consolata - Dicembre 2010
tat e costumi: nonostante il go- verno indiano abbia riservato loro alcune isole, sembrano de- stinati a scomparire. Anche la capitale Port Blair è molto cambiata: da porto esotico e remoto ha preso l’aspetto di un’affollata città bengalese, per via dei profughi provenienti da Calcutta, Bangladesh e Birma- nia. Questo perché dopo la spar- tizione del Bengala orientale nel 1947, quando milioni di fuggia- schi si rifugiarono a Calcutta provocando il collasso della città, il governo indiano decise di portarli in parte nelle isole anda- mane. Nel territorio selvaggio, privo di strade, acqua e luce, i coloni sopravvissero in condi- zioni durissime e tagliarono le foreste di preziose essenze, come il padauk , simile al teak , per poter coltivare riso, canna, palma da betel e allevare capre e bufali. Mentre le isole più remote sono riservate agli aborigeni e altre sono off limits per ragioni mili- tari, Havelock è stata scelta per nuovi insediamenti turistici. Gli abitanti non parlano ancora l’in- glese, ma possono contare su qualche piccolo guadagno lavo- rando nei locali pubblici, nella pesca e come autisti di tuktuk (taxi a tre ruote). Purtroppo alcune spiagge di Ha- velock sono discariche all’a- perto, ripulite raramente solo nei pressi dei villaggi turistici. Il mare e i coralli hanno perso co- lore e splendore, restano nume- rose le tridacne, annegate nella massa corallina ingrigita. I pesci sono belli, ma rari e scappano veloci appena ci si avvicina. Ho visto galleggiare in mare aperto un isolotto di plastica, un intrico di bottiglie, corde, sacchi, mentre eravamo diretti a South Button, uno scoglio senza ap- prodi, regno dell’aquila pesca- trice delle Andamane e vero pa- radiso per le immersioni subac- quee. INCONTRI... VARI Mi tuffo in un mare ricchissimo di vita e colori, con grandi ventagli di madrepore e pesci di barriera. Ho un incontro con un pesce bale- stra, bello e aggressivo, da cui devo difendermi e fuggire con de- cisi colpi di pinne. Sono poi cir- condata da un gigantesco branco di pesci fucilieri gialli che si muo- vono come se fossero guidati da una musica. Vedo sul fondo un serpente marino, molto velenoso, a strisce gialle e nere, e un polpo scuro, che emette inchiostro e si rifugia nel corallo, guardandomi con un occhio dal fondo della tana. Non è facile provare emo- zioni altrettanto forti nei mari più belli del mondo. Originario del nord del Pakistan, di religione sikh, ma senza tur- bante e senza barba, tagliata non ricorda quando, Andra Singh ha modi garbati e un buon in- glese, con accento americano. È lui che serve in tavola nel risto- rantino di Mangit, la nostra guida di Havelock. 12 MC DICEMBRE 2010 INDIA # I preziosi alberi padauk , tipici delle foreste che coprono le isole Andamane # L’antico palazzo di Datia, nello stato di Madhya Pradesh, India centrale. «Con la spartizione dell’India nel ‘47 la mia famiglia si rifugiò in Kashmir, dove aveva commerci ben avviati e terreni coltivati a mele», inizia a raccontare Andra. Emigrato negli Usa, ha lavorato per otto anni alla Boeing di Seat- tle; poi ha voluto girare il mondo e si è fermato qualche anno in Australia. Ritornato nel nord est dell’India, si è impegnato nella difesa dei diritti umani delle po- polazioni locali, tribali, dell’Hi- machal Pradesh. Ora che è ap- prodato ad Havelock riesce a dare un tocco di classe a questa locanda, che Mangit ha ricavato tra la sua capanna e la strada, l’unica che attraversa l’isola. Qui conosciamo Baman e Roxan giovane coppia di turisti parsi . Nati a Yazd, in Iran, sono riparati a Mumbay con la famiglia du- rante la rivoluzione khomeinista, ma si recano sovente a trovare i parenti. Mumbay ha una impor- tante comunità parsi , e Baman gestisce una proprietà nel nord del Maharastra, dove si coltiva la sapota , un frutto marrone, origi- nario del Messico. Ci scambiamo gli indirizzi. Do- mani partiamo tutti, ritorniamo in continente, a Chennay, per qualche giorno di visite prima del ritorno in Italia. Claudia Caramanti
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