Missioni Consolata - Novembre 2010

investire sulla formazione delle levatrici tradizionali, figure di im- portanza fondamentale in un con- testo rurale isolato come quello di un villaggio della provincia prien- tale congolese». La popolazione locale, infatti, si affida da tempo immemore ai servizi di queste donne quando si tratta di assistere una donna in- cinta nella gravidanza e nel parto. Le donne incinte e le loro famiglie ripongono completa fi- ducia nella figura della levatrice tradizionale, che conosce le tec- niche, radicate nella cultura lo- cale, per favorire il parto. Tutta- via, ci sono numerosi casi in cui millennio, hanno dimostrato maggior efficacia sono quelli che hanno saputo tenere in conside- razione le specificità delle sin- gole realtà alle quali si applica- vano. Nel caso della salute ma- terna e infantile, infatti, ad avere maggiore successo non sono stati progetti mastodontici che prevedevano grandi investimenti e trasferimenti di tecnologie, bensì iniziative più limitate che però valorizzavano le risorse lo- cali e superavano difficoltà appa- rentemente non collegate al- l’ambito sanitario, come quelle relative ai trasporti. Ad esempio, nelle zone rurali e isolate si sono rivelati decisivi la formazione di levatrici tradizionali, la creazione di comitati sanitari di villaggio a livello di comunità di base e la costruzione di reti di piccoli cen- tri sanitari in grado di assistere le pazienti quando la situazione delle strade e delle vie di comu- nicazione rende difficoltosi gli spostamenti delle donne incinte all’ospedale di riferimento. L’esempio di Neisu «È proprio per innestare il servi- zio di salute materna nel contesto socio–culturale del Paese», con- ferma il personale dell’ospedale Nostra Signora della Consolata di Neisu, in Repubblica Democratica del Congo, «che abbiamo scelto di l’assistenza delle levatrici, nono- stante la loro competenza, non è sufficiente per evitare l’insorgere di complicazioni che possono mettere a rischio la vita di parto- rienti e neonati. Per questo, re- clutare e formare queste donne perché possano arricchire le loro conoscenze tradizionali con no- zioni tipiche della medicina mo- derna ha significato dotarle, nel rispetto della cultura locale, de- gli strumenti necessari a ricono- scere una situazione potenzial- mente rischiosa e orientare in tempo le future mamme verso i servizi della rete sanitaria dell’o- spedale di Neisu. NOVEMBRE 2010 MC 61 MC RUBRICHE Salute materna e infantile: si rife- risce alla salute delle donne du- rante la gravidanza, il parto e il pe- riodo post-partum . La maternità è spesso un’esperienza positiva e ar- ricchente, ma per troppe donne continua ad essere associata a sof- ferenze, malattia e morte. Le princi- pali cause dirette della mortalità materna includono l’emorragia, le infezioni, la pressione arteriosa ec- cessivamente alta, l’aborto prati- cato in condizioni non adeguate e complicazioni del travaglio. Trasmissione del virus HIV da ma- dre a figlio: la trasmissione da ma- dre sieropositiva al figlio può avve- nire durante la gravidanza, il parto o l’allattamento al seno. Una donna sieropositiva ha circa una probabi- lità su cinque di trasmettere il virus al figlio, probabilità che però può es- sere ridotta a una su venti se la ma- dre riceve una terapia antiretrovirale durante le prime sei settimane di gravidanza. Altri metodi in grado di limitare grandemente il rischio di in- fezione sono il parto cesareo, che impedisce il contatto tra il sangue infetto della madre e il neonato, e l’utilizzo di latte in polvere in sosti- tuzione dell’allattamento al seno. LOSSARIO G # Sopra: infermiera dell’ospedale di Wamba, Kenya, con bimbo appena nato. # A sinistra, madre etiope con due gemelli a Modjo.

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