Missioni Consolata - Novembre 2010

il nostro viaggio di conoscenza nella speranza di trovare altre strade. Subito abbiamo capito che il percorso non era facile. Con la sua umanità p. Diego ci ha guidato, spiegandoci innanzi tutto che cosa non è il dialogo in- terreligioso per portarci poi a comprenderne il vero significato. DIALOGO INTERRELIGIOSO Dialogo interreligioso non è stu- dio delle altre religioni, non è ecumenismo, non è il tentativo di raggiungere l’unità tra le varie religioni, non è uno sforzo per convertire gli altri. Ma allora cosa è? C’è stata una discussione tra di noi. Il punto in questione era il come porci nell’incontro con persone di una religione diversa: è giusto dichiarare da subito la propria religione o è una forma di rispetto e di vera volontà di dialogo il non dichiarare da su- bito la propria appartenenza? P. Diego ci ha suggerito di ini- ziare ogni mattina con la pre- ghiera e la messa. Dopo un po’ abbiamo capito che un dialogo interreligioso deve necessaria- mente partire da una forte iden- tità e da una grande conoscenza e consapevolezza della propria religione. È stato bello trovarsi giorno dopo giorno più uniti in- torno al caratteristico altare basso che si usa in Corea. Dopo la messa c’era tutto il tempo per le nostre esplorazioni . Fatto un giro nella città di Seoul, abbiamo visitato per primo il centro del dialogo interreligioso di Okkil inaugurato dai missio- nari nel 1999. Subito siamo stati colpiti dalla mancanza di simboli della nostra religione, solo una Madonna in granito immersa nella quiete del giardino circo- stante che, ci hanno spiegato, vuole rappresentare la madre che accoglie tutti. Spesso i sim- boli laici o religiosi di apparte- nenze rischiano di costituire un ostacolo e anche un motivo di of- fesa reciproca. Per questo è im- portante trovarsi in uno spazio aperto favorevole all’incontro, al confronto, al dialogo nel rispetto dell’altro. Il dialogo interreligioso è un cammino tutt’altro che sem- plice. «Il dialogo interreligioso è l’incontro di persone apparte- nenti a diverse religioni, che av- viene in un’atmosfera di libertà e di apertura, con il fine di ascol- tare l’altro, cercando di capire la sua religione, nella speranza di trovare possibilità di collabora- zione» (card. Arinze). In virtù delle relazioni che da anni tiene con le varie religioni, partecipando anche a incontri ufficiali , p. Diego ci ha fatto in- contrare alcune persone appar- tenenti alle 5 religioni più im- portanti nel paese e ci ha anche guidato a conoscere la storia della Chiesa Cattolica sudco- reana con i suoi tanti martiri. La storia del cattolicesimo in Corea è relativamente recente (fine del XVIII secolo) ed è segnata da due grandi persecuzioni: 1866 e 1901 ( vedi box pag. 56 ). I prote- stanti, oggi la maggioranza dei COREA # A destra: il cerchio perfetto nel tempio del Quartier Generale del Buddismo Won a Iksan. # Qui sotto: ingresso al palazzo reale di Kyeongbokkung a Seoul.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=