Missioni Consolata - Novembre 2010
que rubavo alle persone, soprat- tutto nel centro di Buenos Aires. Con un amico che guidava la mo- to rubavo le borse alle persone. Per fortuna, la polizia non mi ha mai preso. Ora non rubo più». Hai mai conosciuto tuo padre? «Mio papà lavora in Paraguay, ma non lo vedo da quando avevo 11 anni. È triste. Ma ora spero che la mia vita migliori. Da gran- de, mi piacerebbe fare il tecnico dei computer». Leo porta con sé un fratello più piccolo, Juan. Juan ha occhi grandi e una faccia pulita da bam- bino spaurito. «Sono andato via di casa perché mio papà mi picchia- va. Sono andato con Leo, mio fra- tello. Sono stato in strada per un anno. Ora vivo nel parador di Ti- na». Juan non è mai andato a scuola e, dalle sue risposte, pare un bambino molto fragile. «Da grande vorrei insegnare karate come Mario», spiega. Alejandro Daniel ha 14 anni, ca- pelli neri ed un fisico robusto: «La mia mamma aveva un fidan- zato. Un giorno lui venne e mi dis- se che dovevo andarmene di casa perché voleva stare con mia ma- dre. Risposi che andava bene. Presi il mio zainetto e me ne an- dai. Allora avevo 13 anni. Adesso vivo nel parador di Tina, una casa per i ragazzi di strada». Nell’anno passato in strada hai fatto cose cattive? «Sì, molte - ri- sponde Alejandro con tono grave -. Non avevo da mangiare e dun- FAMIGLIE NORMALI CERCASI Alcuni dei ragazzi presenti da Ma- rio dormono al Parador Tina , una casa d’accoglienza che prende il nome dalla sua fondatrice ed ani- matrice, la signora Tina. Andiamo a visitarla, approfittando ancora una volta di un asado , una delle principali attività ricreative degli argentini, indipendente- mente dallo stato sociale, dal- l’età, dalla stagione. La casa è in mattoncini rossi. E non si distingue dalle altre della via, se non per quella sobria in- segna accanto alla porta d’en- trata: Fundación «Ayudemos a crecer» . Tina Romero Ortiz ( intervista a pag.46 ) è più manager di Mario Sotero e all’ingresso della casa di Pasaje Doctor Madera 1558 ha affisso sulla parete tutte le auto- # A destra: Paula, assistente sociale, distribuisce il gelato. # Nelle altre foto: il linguaggio gestuale dei ragazzi ha un preciso valore simbolico. MC ARTICOLI
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