Missioni Consolata - Novembre 2010

36 MC NOVEMBRE 2010 È stata una folgorazione: ho cominciato ad appro- fondire la conoscenza del sufismo e a cercare i sufi, e... sono arrivato in Turchia». Che organizzazioni sufi ci sono in Turchia e cosa fanno? «Il sufismo permea profondamente il mondo turco e mi riferisco non solo allo Stato, ma a tutta la vastis- sima area asiatica turcofona che va dall’Anatolia alla Cina occidentale. Infatti, le confraternite sufi, sin dall’800 d.C., praticamente dai primi secoli della dif- fusione dell’Islam, hanno diffuso la fede musulmana alle tribù nomadi e ai clan guerrieri delle steppe asiatiche. Furono le confraternite sufi ad integrare poi nel grande Impero ottomano, che si espandeva per tutta l’Eurasia, le tante etnie e le diverse provenienze reli- giose dei popoli che ne facevano parte. Ad esempio, i corpi militari furono quasi tutti affiliati all’ordine sufi Bekhtashiya , gli intellettuali e gli studiosi in ge- nere alla Mevleviya e alla Jerrahi-Halveti , altri alla Naqshbandiya , e questo solo per citare gli esempi più conosciuti. È negli ordini sufi che nasce la letteratura turca; è sulle pagine dei maestri delle confraternite che si forgia la sensibilità di questo popolo/nazione». Perché adesso ai sufi è vietato di dichiararsi tali in pubblico? «Nel 1925, Atatürk soppresse gli ordini religiosi sufi. Da allora essi sono vietati, o meglio, non autorizzati, ma non per questo sono meno presenti e attivi. Tuttavia, mi sembra che sia in corso un cambia- mento e auspico una riapertura imminente ufficiale degli Ordini: un ritorno alla luce del sole. È infatti difficile conoscere la Turchia senza cono- scere le confraternite religiose che ne hanno for- mato e alimentato il tessuto sociale, e alle cui fonti ancora si rivolgono intellettuali, donne e uomini di ogni ceto sociale». Cosa pensa della Turchia attuale e del presidente Erdog ˘ an? «Ritengo che il governo guidato da Erdog ˘ an sia una delle realtà più interessanti del panorama interna- zionale, e questo per varie ragioni: il Paese è passato da una rovinosa crisi economica all’attuale fase di sviluppo; è in atto un confronto tra il partito di go- verno, l’Akp, e il potere militare, sul tema della lai- cità dello Stato; lo spostamento delle alleanze nel Vi- cino e Medio Oriente: sostegno alla causa palesti- nese e presa di distanza dalle politiche d’Israele. Vale la pena ricordare la nomina del nuovo Amba- sciatore turco Kenan Gürsoy presso la Santa Sede: si tratta di un personaggio di notevole cultura, un grande accademico e profondo conoscitore del sufi- smo, ed egli stesso discendente di una famiglia di tradizione sufi. Ritengo che la scelta del governo turco di assegnargli l’importante carica sia espres- sione di un desiderio di dialogo aperto e costruttivo nei confronti della Chiesa cattolica, anche in consi- derazione dell’amicizia che legava da molti anni il neo-ambasciatore a monsignor Padovese, il prelato ucciso a giugno in Turchia». Sopra a sinistra: bambine studiano il Corano in una scuola religiosa; a destra , un momento di danza dei «Dervisci roteanti». Pagina seguente: fedeli musulmani all’interno e all’esterno di una moschea.

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