Missioni Consolata - Novembre 2010

34 MC NOVEMBRE 2010 ISRAELE VS TURCHIA: 31 MAGGIO 2010 LA TRAGEDIA DELLA «FREEDOM FLOTILLA» Un vago disagio comincia a diffondersi lentamente in me quando leggo sul dis- play che la chiamata proviene dal numero di casa. Rispondo con la voce an- cora un po’ impastata. Senza preamboli, Fernando, il mio patrigno, mi dice: «Fede, hanno attaccato le navi: ci sono almeno dieci morti e parecchi feriti». Un violento brivido mi percorre dalla punta dei piedi alla radice dei capelli - anzi, è come se qualcuno mi avesse rovesciato un secchio d’acqua gelida addosso - e il mio cuore perde un colpo. Subito lui si affretta ad aggiungere: «Sembra che non abbiano colpito la nave su cui si trova la mamma, ma che abbiano preso quelle turche...». «Sei riuscito a parlarle?». Sento le lacrime che mi salgono agli occhi e il cuore che mi rimbomba già nelle orecchie. Ho la sensazione che tutti i passeggeri mi stiano squa- drando, come se mi fossi improvvisamente trasformato in un fantasma. Ingrid mi fa un cenno in- terrogativo, preoccupata dalla mia voce arrochita e dal mio sguardo stralunato: «L’ho sentita stanotte, alle due. All’alba li hanno assaliti». Lo ascolto, ma la sua voce mi pare lontanissima, quasi irreale. Sarebbe bello risvegliarsi e scoprire che si è trattato solamente di un brutto sogno, ma non sono addormentato, purtroppo. «Il telefono satellitare è staccato», continua Fernando. «Sono spariti, non abbiamo notizie...». Federico Gherardi (*) (*) Questo brano è tratto dal libro di Angela Lano Verso Gaza. In diretta dalla Freedom Flotilla , Edi- trice Emi, Bologna, ottobre 2010. Federico è figlio dell’autrice. Altre parti di grande interesse artistico sono gli otto «dischi di legno», con incisioni calligrafiche riferite a Dio, al profeta Muhammad, ai primi quattro Califfi (Abu Bakr, Umar, Uthman e Ali) e ai due nipoti di Muhammad (Hasan e Husayn), sospesi alle pareti sotto la cupola, a fianco dell’abside e nella navata. Essi creano un affascinante contrasto con gli ele- menti decorativi e liturgici cristiani. Nelle gallerie al piano superiore, che in epoca isla- mica erano usate per la preghiera delle donne (ma- troneo), si trovano i mosaici più importanti di Hagia Sophia : il più famoso è quello che ritrae Cristo panto- cratore, sovrano e trionfante, vicino a Maria e a Gio- vanni Battista. Per oltre 900 anni Santa Sofia fu la sede del Patriar- cato ortodosso di Costantinopoli e dei concili eccle- siastici: rimase cristiana fino al 29 maggio del 1453, quando il Sultano Mehmet il Conquistatore entrò trionfante nella città bizantina e trasformò la bellis- sima basilica in una moschea. Tale rimase per altri 500 anni, divenendo un modello architettonico e arti- stico per le moschee imperiali di Istanbul, tra cui la stupenda Moschea Blu e quella di Suleyman. Fu tra il 1847 e il 1849, durante i lavori di restauro commissionati dal Sultano Abdülmecid II a due ar- chitetti svizzeri, i fratelli Fossati, che vennero sco- perti i mosaici, riportati poi alla luce nel secolo suc- cessivo, anche grazie all’Unesco. Santa Sofia fu trasformata nel museo di Ayasofya nel 1934, durante la presidenza di Kemal Atatürk. Da allora, almeno all’interno della maestosa e bellis- sima Santa Sapienza, Occidente cristiano e Oriente musulmano possono convivere in pace e in armonia. Angela Lano NOTE (1) Le confraternite furono messe al bando nel 1925 e furono oggetto di persecuzione fino al 1950. Uscirono dalla clandestinità tra il 1984 e il 1997. Durante quegli anni parteciparono come protagoniste alla vita sociale e politica turca, per essere nuovamente bandite nel 1997. In questi anni di governo Erdogan ci sono segnali di una nuova apertura verso le tariqat sufi . Per ulteriori approfondimenti, si rimanda alla bibliografia posta alla fine di questo Dossier. (2) Si legga: «Danzando con Allah» in Benedetto Bellesi, MC Dossier Turchia, settembre 2001.

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