Missioni Consolata - Novembre 2010

L ’ aereo volteggia sul Mare di Marmara. Davanti a noi s’apre una distesa di luci sparse su un lembo di terra tagliata dal Bosforo. Al di là, si estendono le acque del Mar Nero. È Istanbul, la bella. La città dalle splendide moschee e dai mille mi- nareti svettanti contro il cielo. La Bisanzio dei greci, la Costantinopoli dell’Impero Romano d’Oriente e la Istanbul ottomana: antica capitale ricca di storia e di cultura e da sempre ponte tra Occidente e Oriente. Aggirarsi per le sue vecchie strade e per le sue piazze affollatissime, osservare le sue case di legno, le sue facciate decadenti ma piene di fascino è come fare un tuffo nel passato, stando, paradossalmente, ben anco- rati al futuro. La città e il resto della Turchia, infatti, sono in pieno fermento culturale, politico, sociale ed economico. Una condizione che le distingue molto dagli altri stati della stanca e asfittica Europa, a crescita zero o sot- tozero e soffocata da un malessere generalizzato. Qui si respira un’aria di freschezza: sarà per la pre- senza di tanti bambini e giovani; sarà per la voglia di cambiamento e la speranza nel futuro, ma una cosa è certa, questa regione del pianeta qualcosa di nuovo ha in serbo per i suoi 76 milioni di abitanti. Quartieri modernissimi e antichissimi si contendono il vasto territorio su cui è costruita Istanbul: la convi- venza di passato e futuro è tra gli aspetti più appari- scenti di questa metropoli mediterranea. Dell’antica grandezza bizantina, e poi ottomana, si scorgono tracce dovunque, anche nella fierezza del popolo che, in questi anni, sta ritrovando il perduto orgoglio di «guida» del vasto mondo islamico, e arabo, dominato da dittatori e monarchi invisi ai pro- pri stessi popoli. La Turchia è infatti balzata alla ribalta per le posi- zioni «terzomondiste» e mediorientali, per il soste- gno al popolo palestinese, per l’amicizia con l’Iran, con le repubbliche latino-americane, e per aver sot- tratto il ruolo di mediatore nei conflitti del Vicino e Medio Oriente all’Egitto, Stato arabo la cui imma- gine è andata ormai distrutta dall’ostentata suddi- tanza agli Usa e a Israele e dalla trentennale ditta- tura del clan Mubarak. OSSIER NON SOLO ORGOGLIO Guidata da un partito islamico moderato, la Turchia è un paese in pieno fermento, come dimostra anche il referendum del 12 settembre 2010. Pur aspirando a diven- tare la nuova guida del mondo islamico, i governanti di Ankara vorrebbero avere rapporti privilegiati con la vicina Europa. Ma le distanze culturali e le diffidenze eu- ropee per ora sembrano prevalere. Anima orientale, ambizioni europee DI A NGELA L ANO 28 MC NOVEMBRE 2010

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